Ormai la resistenza anticiclonica nordafricana ha le ore contate. I suoi valori pressionari sono notevolmente scesi sia al suolo, 1016 hPa sull’Italia, che in quota. Questa sua debolezza permette alle infiltrazioni instabili settentrionali di prendere possesso dell’intero settore settentrionali italiano, posizionando una robusta ondulazione a 1014 hPa.
Il fronte freddo mitteleuropeo urta bruscamente i versanti alpini, coinvolgendo nel suo avanzamento Svizzera ed Austria.
Con l’alta pressione Barbeleis a 1022 hPa ormai defilata quasi sopra il Mar Nero, acquisisce più importanza la doppia struttura ciclonica di Peter (1001 hPa) presente sopra i cieli del Mare del Nord e del Mar Baltico. Situazioni occlusive a ripetizione fruttano nuova linfa al fronte freddo alpino per attuare un netto cambio circolatorio sopra lo Stivale.
La risalita dell’alta pressione azzorriana sopra i cieli atlantici ha permesso lo sgombero dalle nuvole più minacciose dei cieli britannici. Allo stesso tempo, però, convoglia, involontariamente, il robusto fronte freddo del Mare del Nord verso i settori alpini.
Il lungo sciarpone nuvoloso brillante esteso dalla Bretagna sino ai Paesi Baltici innesca nuova forza all’avanzata alpina, sfociando in bruschi urti atmosferici contro la porzione settentrionale dell’anticiclone subtropicale sopra la Svizzera, Austria e nord Italia. Nonostante vaste situazioni temporalesche non avvengono, al momento, significativi ridimensionamenti termici.
L’alta pressione mediterranea resiste strenuamente e viene aggredita anche dal lato orientale grazie ad una intromissione fresca in quota proveniente dalla Grecia ed allungata sullo Ionio.
Temporali sparsi anche su Danimarca e Svezia meridionale, a testimonianza della presenza attiva del ciclone Peter fomentato dal veloce cedimento altopressionario mitteleuropeo.