In realtà non è una sorpresa, visto che il processo è cominciato quattro anni fa, tuttavia negli ultimi mesi la frattura è diventata più evidente e il ciclopico blocco di ghiaccio potrebbe staccarsi già quest’anno. Secondo i dati forniti dall’ESA, del 1 Febbraio 2017, la piattaforma ha una crepa di 350 metri di spessore e circa 175 km di lunghezza.
Quando l’iceberg si separerà definitivamente dalla banchisa, avremo uno dei più grandi blocchi (se non il più grande) mai registrato. Le barriere adiacenti, Larsen A e Larsen B, hanno già sperimentato un processo simile con consegne spettacolari rispettivamente nel 1995 e nel 2002.
Secondo l’ESA, le barriere di ghiaccio che circondano gran parte dell’Antartide sono fondamentale perché agiscono “come un rinforzo, trattenendo il ghiaccio che in movimento verso il mare”. L’evoluzione di queste grandi masse di ghiaccio è condizionata da fenomeni molto diversi, tra i quali i cambiamenti climatici. Sempre l’ESA fa sapere che i due satelliti Sentinel-1 sono fondamentali per rilevare e monitorare gli sviluppi e l’evoluzione della piattaforma Larsen C, in quanto capaci di fornire immagini continue nonostante il buio che per diversi mesi avvolge l’Antartide.