Il vulcano Kilauea è in eruzione da oltre 30 anni, ma finora l’attività vulcanica era stata caratterizzata dalla presenza di un lago di lava nel cratere esploso il 17 maggio, da colate di lava e da rari e deboli eventi esplosivi.
L’attività attuale in corso invece è molto complessa, in quanto riguarda due crateri, il Puʻu ‘Oo e l’Halemaʻumaʻ, oltre ad almeno 17 fratture del suolo, molte delle quali emettono lava. Il secondo cratere è quello esploso appena ieri, 17 maggio, con una colonna di cenere e rocce che si è levata fino a 9 chilometri.
L’analisi di quando sta accadendo preoccupa non poco gli scienziati, in quanto le caratteristiche che sta mostrando il vulcano ricordano molto da vicino quanto accaduto nel 1924, quando ben 50 eruzioni esplosive si susseguirono nell’arco di due settimane.
Eventi simili sembrano infatti ripetersi regolarmente, a intervalli compresi fra 50 e 80 anni. Lo indicano le analisi preliminari dei dati raccolti finora dai vulcanologi del Servizio Geologico degli Stati Uniti. In base ai dati raccolti, lo scenario è estremamente simile a quello di quasi 100 anni fa.
Alcuni processi che caratterizzarono la crisi del 1924 sono simili a oggi, sia per quanto riguarda la deformazione del suolo fino alla sismicità nella sommità del vulcano e all’emissione di cenere. Insomma, lo scenario che si prefigura per le prossime settimane sull’arcipelago delle Hawaii è da incubo.