Quando si parla dell’Alaska si pensa, giustamente, all’inverno infinito dell’Artico. Quest’anno, invece, pare si sia passati in un attimo dall’inverno alla primavera inoltrata. Marzo 2019 ha portato allo sgretolamento di numerosi record di temperature mensili in molte località dello Stato.
La mappa che abbiamo allegato ci mostra le anomalie termiche della superficie del suolo dal 1° marzo al 31 marzo 2019. I colori rossi rappresentano aree più calde rispetto alla media 2000-2012. Quelle in blu le più fredde. Le bianche corrispondono ad aree dove sono state registrate temperature normali, mentre le grige quelle dove i dati non erano sufficienti.
I dati provengono dal sensore MODIS del satellite Aqua della NASA. È necessario tenere conto del fatto che la mappa mostra le temperature della superficie terrestre (LST), non quelle dell’aria. Le LST riflettono la quantità di calore che la superficie terrestre riceve e talvolta può essere significativamente più calda o più fredda rispetto alle temperature dell’aria.
Marzo 2019 è iniziato con tempo instabile ma con anomalie positive già importanti poi a metà mese una cresta di alta pressione ha preso possesso si ampie zone dello Stato portando cielo prevalentemente sereno e temperature decisamente elevate.
La temperatura media di marzo 2019 è stata da record in 10 delle 19 stazioni meteorologiche dell’Alaska. Utqiaġvik (Barrow), la città più settentrionale degli Stati Uniti, ha registrato il marzo più caldo in più di 100 anni. La media delle massime è generalmente di -12,6 gradi Fahrenheit (-24,7°C) ma nel marzo 2019 è stata di 5,9° Fahrenheit.
Ci sono state aree dello Stato dove pioggia e neve sono cadute in abbondanza, altre invece dove il clima è stato secco. Ad esempio è la seconda volta da quando si effettuano le rilevazioni che per tutto marzo non ci sono state nevicate misurabili ad Anchorage.