Il passaggio sul Giappone del tifone Wipha, il 26mo della stagione, consegna un bilancio pesante e provvisorio di 17 vittime e circa 50 dispersi, quasi tutti registrati a Oshima, isola a 120 km a sud di Tokyo, l’area più duramente colpita. Nessun impatto significativo, invece, sulla centrale nucleare di Fukushima.
Dicevamo del disastro di Oshima, la più grande dell’arcipelago delle Izu con 8.400 abitanti, che è stata ricoperta quasi del tutto da fango e detriti a causa della enorme quantità di pioggia caduta (824 mm in 24 ore, 637 in 12 ore, 122 in un’ora).
“Non potevamo immaginare un disastro di questa portata”, ha ammesso Masafumi Kawashima, il sindaco di Oshima, ancora incredulo dell’accaduto. “Ora la nostra priorità – ha aggiunto – è salvare la vita delle persone e sostenere le persone più colpite dalla tragedia”.
Quasi 300 case sono state spazzate via, mentre il lavoro dei soccorritori prosegue incessantemente per ritrovare i dispersi: la Fire and Disaster Management Agency ha inviato decine di vigili del fuoco da Tokyo e da 4 prefetture circostanti, cui si sono aggiunti anche 80 uomini della Ground Self-Defense Force (l’esercito nipponico), su richiesta del governo metropolitano di Tokyo che ha la giurisdizione amministrativa sulle isole Izu.
Il potente tifone ha ferito un centinaio di persone in 18 prefetture. Una vittima è stata registrata a Machida (prefettura di Tokyo), trascinata via dalle acque di un torrente, mentre tre persone risultano disperse nelle prefetture di Kanagawa e Chiba. Ordini di evacuazione sono stati emessi per 14.000 famiglie nella prefettura di Chiba, mentre in altre province sono state evacuate ulteriori 7800 persone.
A Tokyo sono caduti 196 mm tra le 12 e le 24 GMT di martedì 15 ottobre (246 sulle 24 ore, tra le 0 e le 24 GMT), 130 dei quali tra le 18 e le 24 GMT. Altri accumuli imponenti tra le 0 e le 24 GMT di martedì: Tateyama 322 mm (209 tra le 12 e le 24), Chiba 309, Katsuura 250, Choshi 247, Irako 232, Yokohama 227. Le raffiche di vento hanno raggiunto i 151 km/h a Tateyama.
Le compagnie aeree hanno annullato più di 530 voli nazionali, mentre i disagi non hanno risparmiato il trasporto ferroviario, con 18 treni Shinkansen, quelli dell’alta velocità, cancellati, mentre la Jr East ha dovuto annullare più di 30 collegamenti.
La JMA, Agenzia meteorologica giapponese, ha degradato il tifone a depressione tropicale nel pomeriggio di mercoledì 16 ottobre, quando il cuore della tempesta si è spostato a est dell’arcipelago, nel mezzo dell’Oceano Pacifico. Non molto prima, Wipha ha interessato anche la disastrata centrale nucleare di Fukushima (110 mm tra le 12 e le 24 GMT di martedì), dove la Tepco aveva adottato una serie di misure preventive.
Mercoledì è piovuto abbondantemente nel nord di Honshu e a Hokkaido, senza però raggiungere i picchi toccati nella regione di Tokyo. Tra le 18 GMT di martedì e la stessa ora di mercoledì, 78 mm a Nemuro, 74 ad Abashiri, 73 a Aomori. Aria più fredda è confluita da nord verso l’area interessata dal ciclone e sui rilievi di Hokkaido (nel nord dell’isola anche a bassa quota) la pioggia mercoledì si è trasformata in neve bagnata, con accumuli tra 20 e 30 cm a Ikutora e Shirataki.