Queste sono le attuali indicazioni del modello matematico americano GFS, che, per il momento, esclude la possibilità che il grande freddo che sta investendo la Siberia possa, poi, arrivare sul nostro Continente.
Una profonda depressione, attualmente presente sulla Siberia Orientale, si muoverà rapidamente da ovest verso est, generando, sull’Alaska, una zona di bassa pressione al suolo di circa 980 hPa, accompagnata da isoterme che raggiungeranno i 30-35°C sotto lo zero a 1500 metri circa.
Si tratta di valori che rischiano di portare le temperature al suolo al di sotto dei 40°C sotto lo zero, almeno nelle zone interne dello Stato Americano.
Fairbanks, lo scorso 16 di novembre, ha già toccato temperature di 35°C sotto lo zero, ma ora la temperatura è risalita fino a sfiorare lo zero, tanto che novembre, nel suo complesso, è superiore alla media di quasi 5°C, grazie soprattutto ad una caldissima prima metà del mese.
Entro 4-5 giorni, tuttavia, secondo le indicazioni del modello globale GFS, le temperature potrebbero scendere per arrivare attorno ai -40°C.
E’ difficile credere, poi, che tanto freddo resti sull’Alaska, senza scendere sugli Stati Centrali statunitensi, seguendo una tipica evoluzione del clima Nordamericano.
Tuttavia, bisogna anche dire che anche le temperature nell’Asia Centrale e Settentrionale tenderanno ulteriormente a diminuire, in quanto le temperature ad 850 hPa diminuiranno fino a toccare valori di 32-35°C sotto lo zero.
Tutto questo blocco freddo, comunque, al momento, resterà confinato, come detto, ad ovest degli Urali, che faranno un po’ da spartiacque tra un Europa più mite ed un’Asia veramente gelida.