Il gelo ha colpito duramente l’Italia Settentrionale, ma anche su gran parte d’Europa l’invasione siberiana ha lasciato un’impronta pesantissima. Concentriamo in particolare l’attenzione sulla Svizzera, già salita agli onori della cronaca per le punte di gelo estremo con i -35,1°C del 6 febbraio a Samedan, l’aeroporto di St.Moritz (m 1788, alta Engadina), i -31,8°C di Buffalora/Ofenpass, i -26,1°C di Davos, ma anche i -21 gradi di Berna (record -23,3°C) e i -17,3°C di Stabio, presso Mendrisio.
Proprio il 6 febbraio, ancora nel momento clou del Burian, sono state immortalate scene del tutto inusuali, pienamente paragonabili a quanto accaduto sull’Italia con il congelamento di vari tratti di Laguna (Alto Adriatico), come accade solamente nelle maggiori ondate di fredd. Le località di Eaux-Vives e Versoix sono state come totalmente congelate: tutto completamente ricoperto di ghiaccio, per l’effetto combinato di temperature sottozero e del vento gelido continentale da nord/est, denominato Bise.
Di cosa si tratta? La Bise è un vento freddo, vigoroso, spesso persistente, da nord o nord/est, che soffia dalle montagne alpine verso la Svizzera e la Francia orientale. La bise è particolarmente intensa nell’area di Ginevra, all’estremità sudoccidentale del Lago Lemano (o Lago di Ginevra), per l’effetto ad imbuto che subisce nell’impatto contro l’orografia alpina. Questo vento, spirando così intenso, ha determinato il sollevamento di minutissime goccioline dell’acqua del lago, che hanno così ghiacciato su tutte le superfici.