Un’ondata di calore sta cominciando ad interessare l’Iberia, le temperature sono salite sensibilmente, a Madrid dove ieri si è avuta una massima a 37°C, mentre a Cordoba +39°C, a Siviglia +38°C.
Pur non trattandosi di valori eccezionale, è scattato un piano di emergenza preventiva in quanto i modelli matematici indicano una fase di caldo della durata di almeno una settimana, con punte superiori ai +40°C nelle città del sud.
E mentre torna a far caldo, in Spagna prosegue a non piovere. Nella media climatica, la stagione estiva della Penisola Iberica si presenta particolarmente asciutta e calda, tanto che le tipiche case spagnole, specie dalla Meseta al sud, venivano dipinte di bianco e con muri assai spessi. Questo ovviamente non avviene più neppure da queste parti.
Come accennato le precipitazioni sono state esigue, tanto che in moltissime località da gennaio sono a stento caduti 80/100 millimetri di pioggia, tranne quei luoghi dove si sono scatenati locali, ma violenti temporali.
I fiumi sono in secca ed anche le risorse idriche sono limitate, anche se la regione è abituata a ricorrenti siccità.
In questa parte d’Europa è particolarmente sentito il rischio derivante dai cambiamenti climatici, i mass media dedicano ampi spazi all’argomento. Va anche detto che la meteorologia viene vista come una scienza, e non al pari succede in Italia.
Sui cambiamenti climatici, sul maggiore rischio di eventi estremi, la Spagna ha prenotato alla Comunità Europea aiuti per i danni futuri, derivanti dagli eccessi climatici.
Ma debbo dire che tutti i paesi a lingua spagnola sono molto attenti al clima, si parla sovente e con accuratezza di cambiamenti climatici, di eventi meteo, in tutte le testate giornalistiche del Sud America.