Il grande freddo martella gran parte della Russia, oltre alle nazioni confinanti europee e la Penisola Scandinava. Ogni giorno che passa il freddo tende a rinvigorirsi, non tanto per ulteriori gelidi apporti di natura artica o siberiana, quanto perché questo lago d’aria così rigida tende ad incollarsi al suolo. Siamo in presenza di una dinamica che vede l’aria artica subire un processo di “continentalizzazione”, a cui contribuisce un piccolo anticiclone termico, in fase di espansione sulla Penisola Scandinava.
Le temperature precipitano anche nelle grandi città: nell’ultima notte San Pietroburgo è precipitata quasi a -30, mentre Mosca si è avvicinata ai -25°C. E le temperature non riescono certo a risalire troppo la china nemmeno in pieno giorno, nonostante la presenza del sole. Poco rilevante l’escursione termica ed atmosfera letteralmente congelata: per fortuna il vento non soffia con particolarmente rilevante, altrimenti sarebbe un burian davvero tagliente.
E’ lecito domandarsi fino a quando durerà questa possente ondata di gelo, che va ormai avanti da oltre una settimana. Osservando le proiezioni ensembles (sovrapposizione delle ultime emissioni dal centro NCEP), emerge come scenario medio più probabile una tendenza ad un rialzo termico graduale verso fine mese, che probabilmente riporterà la situazione alla normalità. Le insidie sull’evoluzione del lungo termine non vanno mai trascurate, nemmeno quando l’andamento degli “spaghetti” sembra abbastanza uniforme.