Rischia di passare alla storia come il più caldo mai registrato il marzo 2010 al Polo Sud geografico. Negli ultimi giorni, alla base americana Amundsen-Scott, le temperature sono tornate a salire, con la massima del 26 marzo che ha toccato i -40,1 °C. In questo modo la media, già ampiamente superiore alla norma, si è portata al di là del record, e negli ultimi quattro giorni, se non si avrà un incisivo cambio di segno, il dato potrebbe risultare il più alto mai andato in archivio. Il quadro che segue riassume la situazione provvisoria, in senso crescente, dei cinque episodi più caldi dal 1957:
1987 -51,3 °C
2009 -51,1 °C
2002 -49,7 °C
1988 -48,6 °C
2010 -48,5 °C (al 27 marzo)
Stando in tal modo le cose, lo scarto dalla normale si pone a +5,5 °C. Ma ciò che va sottolineato, è il fatto che marzo s’inserisce in un trend di forte anomalia termica che, da oltre un anno, caratterizza il Polo Sud geografico. Un trend che, addirittura, pare in fase di accelerazione. Se infatti si fa il paragone col 2009, che con -47,9 °C ha segnato la media più elevata di sempre, il primo trimestre (gennaio – marzo) 2010 evidenzia un ulteriore “balzo” in avanti; nell’ultimo quinquennio infatti, il riscaldamento non offre soluzione di continuità (norma del trimestre -40,9 °C):
2006 -42,3 °C
2007 -42,0 °C
2008 -41,6 °C
2009 -40,0 °C
2010 -37,3 °C
Ma l’anomalia del primo trimestre 2010 spicca anche nel raffronto storico, dove il record è già fissato con certezza:
2010 -37,3 °C
1958 -38,1 °C
1986 -38,2 °C
1981 -38,7 °C
2002 -39,0 °C
Tale evoluzione appare meno evidente in altre regioni del Plateau Antartico: alla base russa Vostok, la media 1-27 marzo è attestata a -55,7 °C (+2,2 °C sulla normale). Quanto alle temperature assolute, un nuovo estremo stagionale è stato registrato il 26 marzo dalla stazione automatica giapponese Dome Fuji con -69,1 °C; a Vostok la minima è ferma ai -66,6 °C del 21 marzo, l’identico valore raggiunto il 27 marzo alla base italo francese Concordia.