Dopo un semestre invernale in netta anomalia positiva, in molte aree del Plateau Antartico la prima decade di ottobre sta mostrando valori decisamente bassi.
Alla base americana Amundsen-Scott (2.836 m), ubicata al Polo Sud geografico, l’8 ottobre si sono registrati -66,0 °C: si tratta d’una minima giornaliera che ha pochi precedenti in una fase così avanzata della stagione di transizione, che può essere assimilata a una sorta di gelida primavera dell’emisfero boreale.
Specificato che, fino al 5 ottobre, ad Amundsen-Scott sono parecchi i casi di discesa oltre i -70 °C, nei giorni successivi una radiazione solare sempre più intensa provoca un rapido riscaldamento, come mostra il profilo delle temperature medie quotidiane. Per l’8 ottobre, il limite assoluto è stato fissato nel 1998 a -66,7 °C.
Record mensile sfiorato invece alla base italo francese Concordia (3.233 m) dove, alle 1938 UTC del 9 ottobre, si sono raggiunti i -72,3 °C prossimi ai -72,9 °C del 9 ottobre 2008.
Non vengono considerati i valori della stazione automatica Dome A (4.084 m) perché non coerenti con la misura del sensore a 2 m dal suolo.
Si diceva però d’un inverno antartico piuttosto caldo: gli scarti dalla normale non sono stati eclatanti come nel 2013, tuttavia si conferma un trend ormai consolidato negli ultimi 15 anni.
Alla base russa Vostok (3.488 m) il semestre aprile – settembre ha mostrato un’anomalia di +2,0 °C rispetto alla norma (1958-2014: -66,1 °C). Va aggiunto che, nel XXI secolo, le eccezioni negative si sono avute solo nel 2008 (-1,2 °C), 2010 (-1,7 °C) e 2012 (-2,6 °C).
Ad Amundsen-Scott l’anomalia del semestre è stata di +1,9 °C (norma 1957-2014: -58,7 °C), anche se in questa base la tendenza al riscaldamento invernale appare meno accentuata rispetto a Vostok. Al Polo Sud geografico, la minima assoluta è stata misurata il 24 luglio con -76,3 °C; a Vostok e a Concordia il 20 agosto, rispettivamente con -80,8 °C e -80,6 °C.