Un fronte ha portato piogge piuttosto intense a Cuba mercoledì (36 mm a Pinar del Rio, 16 a L’Avana), interessando tra mercoledì pomeriggio e giovedì mattina anche la Florida. A West Palm Beach sono caduti 80 mm tra le 12 GMT di mercoledì e le 6 GMT di giovedì. La media pluviometrica di marzo della località è 85 mm.
Vancouver, in British Columbia, nel Canada occidentale, ha registrato oltre 15°C di massima lunedì, a completare una prima settimana di marzo la cui media è stata oltre 4°C superiore alla norma. Il caldo inusuale non è rimasto confinato a questo angolo sudoccidentale, molto popolato, della provincia, visto che le correnti miti hanno attraversato le Montagne Rocciose, riversandosi sul versante est, verso le pianure centrali, come vento chinook. Fort St.John, appunto a est delle “Rockies”, a circa 700 metri di altezza, nella prima settimana di marzo ha avuto una temperatura media 14°C più alta della norma e anche giovedì 9 marzo ha fatto registrare una massima di 10,7°C, molto alta quindi (nello stesso giorno Calgary 14,7°C di massima).
Martedì 8 è stata invece una giornata freddissima nell’Ontario, nel Canada orientale. Gran parte della provincia (ha fatto eccezione solo la regione sudorientale, molto popolata) ha registrato minime inferiori a -18°C. Rispetto ai valori medi climatologici, gli scostamenti maggiori sono stati verificati a nord e nordest del Lago Superiore, dove Timmins è scesa a quasi -33°C. Altri “cold spots” sono stati Katatota Island (quasi -32°C) e Wawa (-31°C), 17°-20°C sotto alla norma.
Ancora Canada, per scrivere della tempesta che ha investito la parte orientale del paese tra martedì e mercoledì. In gran parte della Nuova Scozia e del Quebec orientale, il forte vento ha prodotto un brusco riscaldamento con neve, nevischio e ghiaccio che sono stati seguiti da pioggia, localmente torrenziale. Sull’isola Mingan, a nord dell’isola Anticosti, in Quebec, tra neve e pioggia si sono accumulati 76 mm in 24 ore, con il termometro salito nello stesso intervallo di tempo da -18° a +4°C. Il vento ha superato le 60 miglia orarie ad Anticosti. Più a ovest, la tempesta ha portato quasi esclusivamente neve. Una nevicata abbondante (64 cm) a Saint Leonard, nell’ovest del New Brunswick (dirimpetto a Van Buren, nel Maine, da cui è separata dal Fiume Saint John), ha portato lo spessore del manto nevoso a 145 cm. A Ile Rouge, nell’estuario del San Lorenzo, in Quebec, le raffiche di vento freddo mercoledì mattina hanno superato le 65 miglia orarie.
A Sydney, non la nota metropoli australiana, ma un molto meno conosciuto sito della Nuova Scozia, in Canada, sono caduti 38 mm in 18 ore, tra le 12 GMT di martedì e le 6 GMT di mercoledì, ovvero oltre un quarto della media mensile di 139 mm.
Questa perturbazione ha interessato anche gli stati del nordest degli USA, che hanno subito abbondanti nevicate tra martedì e mercoledì, con accumuli spesso oltre i 20 cm. Una volta transitata la depressione, al suo seguito è scesa aria fredda, con conseguente calo delle temperature, come a Concord, nel New Hampshire, dove giovedì mattina si sono toccati i -22,2°C (la media delle minime di marzo è -5°C).
Intense piogge temporalesche hanno colpito gran parte della Bolivia settentrionale. Sono caduti 70 mm in 24 ore (dalle 12 GMT di mercoledì alla stessa ora di giovedì) a Santa Ana, 80 mm a San Joaquim, 60 mm a Magdalena.
Ritorniamo sulla ondata di caldo che ha interessato la parte centrale del Sud America tra domenica e lunedì scorsi, con molte località tra nord Argentina, Paraguay, Uruguay e sud Brasile (stato del Rio Grande Do Sul) oltre i 100°F (quasi 38°C) di massima. Entrambi i giorni in questione, Antigas, in Uruguay, ha sfiorato i 39°C, record per marzo in questa stazione. Record anche a Salto, ancora in Uruguay, con i 39°C abbondanti registrati lunedì 7 marzo. L’ondata di caldo è proseguita anche martedì 8, attenuandosi però, grazie al transito di un fronte freddo con associati temporali, nel settore più meridionale dell’area geografica in questione. Santa Maria, nel Rio Grande Do Sul, ha una media delle massime di marzo di poco superiore s 28°C, ma domenica, lunedì e martedì ha registrato 38°, 38° e 39°C. Salto è invece passata dai 39°C di lunedì ai 23°C scarsi di martedì, quando è stata investita dal fronte temporalesco.
Un primo accenno, se non di estate, almeno di primavera inoltrata, a Cipro nella notte tra martedì e mercoledì, quando la temperatura non è scesa sotto i 15,3°C a Paphos, contro gli 8°C della media delle minime del periodo.
36 mm di pioggia in 6 ore (0-6 GMT di mercoledì) possono sembrare una cosa quasi normale in un luogo dove la media pluviometrica di marzo è 505 mm, ma questo quantitativo si è sommato alle piogge molto intense e persistenti dei giorni precedenti, portando il totale in 72 ore, dalle 6 GMT di domenica alla stessa ora di mercoledì) a 389 mm. Tutto questo a Surigao, nel nord dell’isola di Mindanao, una delle più grandi tra le Filippine.
Le temperature massime del Sahel, dove marzo segna l’inizio della stagione calda, che culmina tra aprile e maggio (giugno nella fascia più settentrionale, che è anche la più arida), hanno superato già abbondantemente i 40°C quasi ovunque. Mercoledì 9 marzo si sono raggiunti 45,0°C a N’djamena (Ciad) e 41,4°C a Niamey (Niger). In quest’ultimo paese molte le località che hanno superato i 43°C. Si tratta di temperature 3°-5°C più alte dei valori medi del periodo.
Nelle 6 ore antecedenti le 12 GMT di mercoledì, sono caduti 56 mm all’atollo Pingelap, nelle Isole Caroline. Questo rappresenta un bell’accumulo, sebbene la media pluviometrica di marzo sia elevata, ammontando a 361 mm.
Il passaggio del ciclone Ingrid sulla penisola di Cape York, nel nord del Queensland, Australia, ha portato, tra mercoledì e giovedì, piogge localmente intense. Lockhart River ha ricevuto 85 mm in 30 ore e Weipa 50 mm in 12 ore. Va detto che il nord del Queensland è molto piovoso in marzo, con medie pluviometriche tra 350 e 440 mm.
La stazione australiana di ricerche di Mawson, sulla costa dell’Antartide orientale, è stata investita da venti quasi di uragano a inizio settimana. Venti sostenuti superiori intorno alle 50 miglia orarie hanno infatti spirato per circa 24 ore, tra martedì e mercoledì mattina, ora locale. Il massimo picco di vento sostenuto è stato di 74 miglia orarie. Durante la tempesta la temperatura ha oscillato intorno allo 0°C. Mercoledì 9, molto vento anche a Vostok, l’avamposto russo sulla calotta glaciale antartica. Sia durante il giorno che nella notte seguente, venti a 15-25 miglia orarie e temperature tra -40° e -46°C disegnavano un quadro molto severo, aggravato dallo scaccianeve (la neve sollevata da terra ad opera del vento), con la conseguente ridotta visibilità (circa mezzo miglio). Solo 24 ore prima, nella mattina di martedì, a Vostok la combinazione freddo-vento aveva spinto il windchill fino a un notevole -79°C.