L’inverno gelido sudamericano prosegue nel suo andamento da record, grazie ad una nuova irruzione di aria fredda adesso in allontanamento dalla zona, ma che ha lasciato come eredità delle temperature minime molto basse grazie alla serenità del cielo.
Dopo aver segnalato le temperature minime da record di Melilla, in Uruguay, con -8°C, e di Florida, sempre in Uruguay, con -7,4°C, bisogna segnalare il gelo che ha colpito il Brasile, ove, questa mattina, la temperatura minima è scesa fino a -3,8°C a Bom Jesus, che è posto a 1048 metri di quota.
Il valore supera i -2,8°C raggiunti nella precedente ondata di freddo che aveva provocato la neve a Buenos Aires.
Si sono poi toccati -3,1°C a Campos Novos, a 947 metri di altezza (anche qui si era scesi solo a -1,6°C nell’ondata precedente), -1,6°C ad Irai, -2,0°C al Passo Fundo, -1,1°C a Santa Maria e ad Uruguayana, che sono città di pianura, -0,3°C a Rio Grande, a soli 2 metri di quota.
Ed inoltre 0°C a Santa Vittoria Palma, Sao Luiz Gonzaga, Encruzillhada do Sul.
Numerose le località con appena 1-2°C di minima, tra cui Porto Alegre.
Il Metar darebbe un valore di -4,4°C a Caceres, in pieno Mato Grosso, a soli 16° di latitudine sud, ma il valore non si ritiene attendibile.
Ma, in ogni caso, questa ondata di freddo in Brasile, per ampiezza ed il numero di località interessate, è la più grossa di questa fredda stagione invernale, in quanto si tratta di valori di temperatura di almeno 10°C inferiori alla norma, e di temperature ampiamente sotto lo zero che raramente si raggiungono nel Brasile meridionale, perfino nelle località di pianura.
Per estensione, tale ondata di gelo è potenzialmente in grado di provocare danni gravissimi alla coltivazione delle piante di Caffè, coltura che teme tantissimo le basse temperature.
Talvolta, i coltivatori brasiliani usano accendere dei grandi fuochi per innalzare la temperature attorno alle piante, ed evitare la loro morte per il gelo.
Anche in Argentina è grande freddo, con la capitale Buenos Aires scesa fino a -5°C, vicinissima al proprio record storico di -5,4°C.
Per quello che riguarda la Bolivia, l’aeroporto di La Paz è sceso, il 25 luglio scorso, fino a -7,2°C, valore più basso di quest’inverno.
Tutto questo mentre notizie di nuove nevicate si rincorrono dal Sud Africa.
Una considerazione su questo eccezionale bimestre Estivo.
Vi sono stati, in tutto il Mondo, vari record di ogni genere.
Nell’Emisfero Nord si sono raggiunti vari record di caldo, anche in Italia (sul Meridione), e sui Balcani, ma anche piogge record in Inghilterra e Germania.
In quello Sud, invece, numerosi record di freddo o di nevicate storiche, come in Sudamerica od in Sudafrica.
Il clima sembra quasi impazzito, anche se le spiegazioni non mancano.
Quest’anno le correnti occidentali erano rinforzate dalla fase di QBO favorevole ad esse, e questo ha favorito le grandi piogge sulle Isole Britanniche e l’Europa Occidentale.
Con El Nino di quest’inverno, si è rinforzato l’Anticiclone Africano estivo, che ha infatti tentato a più riprese di invadere il Mediterraneo, respinto via via dalle correnti occidentali.
L’Italia è rimasta così tagliata in due, con un mese di Luglio nella norma o freddino sul lato occidentale, come in Liguria, Toscana, Piemonte, e molto caldo sul lato orientale, specie sud orientale, ove le correnti sud occidentali sono entrate in sinergia con l’Anticiclone Africano, unendo il Foehn all’aria africana, e provocando così i valori superiori ai +40°C registrati in molte località.
Riguardo all’inverno dell’Emisfero Sud, per vari inverni si era notato che il Polo Sud restava più freddo della norma, e non si notava un riscaldamento né un arretramento dei ghiacci polari paragonabili a quello dell’Emisfero Nord.
Quest’anno invece il Polo Sud si è riscaldato notevolmente, in inverno, indice di forti scambi meridiani, che hanno favorito le colate antartiche in direzione nord, verso le zone continentali, mentre l’aria più mite delle basse latitudini si è portata verso il Polo.
Scambi meridiani molto forti, del resto, si sono avuti anche nel Nord America, dove l’aria calda messicana è riuscita a portarsi fino al Canada, provocandovi nuovi record di caldo.
Insomma, una situazione complessa, determinata da una combinazione di più fattori, che non era facilmente prevedibile, così come non è facile effettuare previsioni stagionali per tutta questa serie di motivi che possono influenzare tale previsione.
Resta la coincidenza dei vari inverni Sudamericani rigidi, che sono stati seguiti poi da inverni altrettanto rigidi in campo europeo.
Le cause non sono facili da individuare, probabilmente derivano da una combinazione di fattori tra cui la Nao, la fase El Nino – La Nina, la QBO, od altre.
Ma può essere semplicemente un caso, quindi, non è detto che il prossimo inverno sia ferocemente freddo!
Alla memoria, comunque, c’è il ricordo di alcuni inverni caldi seguiti da inverni rigidissimi.
L’inverno del 1788 fu mitissimo, e quello successivo rigidissimo, con la Senna gelata per un mese, e 4 giorni consecutivi di neve a Roma in dicembre.
Ancora più indietro, clamoroso il caso dell’inverno 1607, precocissimo e senza neve in Svizzera, con i ciliegi fioriti in Febbraio, e l’inverno 1608, uno dei più freddi e nevosi di sempre, con i tetti di Venezia crollati per il peso della neve, ed una giostra del Saracino organizzata a Firenze sull’Arno ghiacciato.