E’ proprio vero che il Continente Nord Americano ha un clima rapidamente mutevole e soggetto ad estremi, anche nel corso del semestre invernale.
Mentre la parte occidentale è sottoposta all’arrivo di depressioni fredde oceaniche, che stanno riversando il loro carico di pioggia, neve, ed anche freddo sulla California e gli Stati adiacenti, la parte Nord Orientale sta sperimentando temperature insolitamente miti, per non dire primaverili.
La zona dei Grandi Laghi, gli Stati come Washington D.C. e New York, presentavano stamani venti tesi sud occidentali alla quota di 850 hPa (circa 1500 metri), con isoterme comprese tra +7° e +10°C, laddove, agli inizi del mese, esse erano comprese tra -13° e -20°C.
Ne stanno risentendo pesantemente anche le temperature al suolo.
La città di Atlantic City ha registrato una temperatura massima di +19,4°C, dopo aver raggiunto -12,2°C il 4 e 5 Gennaio scorsi; l’aeroporto di Columbia è arrivato a +22,2°C, dopo esser sceso a -13,9°C il 03 gennaio, mentre quello di Indianapolis è giunto ad una massima di +19,4°C, dopo aver avuto una gelida bufera di neve lo scorso 03 Gennaio, con minima a -16,1°C, massima di -10,5°C, e la caduta di 3 cm di neve.
Per quello che riguarda New York la massima si è fermata a “soli” +10,6°C, ma si segnalano massime oltre lo zero anche su fredde zone del Canada Orientale, come i +6,3°C misurati alle Churchill Falls, od i +4,5°C di Moosonee.
Montreal ha raggiunto i +6,8°C di temperatura, mentre Boston è risalita fino a +11,4°C, valori decisamente primaverili.
Si tratta delle tipiche escursioni termiche rapide e violente che caratterizzano il clima nordamericano, a seconda dell’esposizione alle masse d’aria di origine diversa, dal mite Golfo del Messico o dal gelido Canada, tuttavia in questo caso l’ondata di caldo merita una nota, in quanto, sulle zone sopra descritte, le anomalie termiche superano anche di 20°C la norma di questo periodo.