Nell’India settentrionale, precisamente nel Kashmir, martedì 13 è caduta la neve (precipitazione totale 11 mm) a Srinagar, a quota 1587, dove gli estremi termici sono stati -0,1°/7,4°C, 4° e 6°C al di sotto della media del periodo.
Molto peggio era andata lunedì, quando la precipitazione è stata pari a 89 mm, quasi tutti in forma di neve, con estremi termici 0,0°/2,0°C. Si è trattato della nevicata più intensa da 15 anni a questa parte. Le temperature relativamente elevate e il fatto che la pioggia sia caduta a tratti mista alla neve, hanno mantenuto relativamente ridotto l’accumulo di neve al suolo, che comunque ha sfiorato i 60 cm. Già da domenica, la città, capoluogo della regione, era tagliata fuori dal resto del paese per la chiusura per neve della importante strada per Jammu, lungo la quale sono rimasti bloccati almeno 2500 veicoli. In alcuni tratti la strada è sepolta sotto oltre 1 metro e mezzo di neve. Bloccato anche l’aeroporto per 48 ore, l’aerostazione ha ripreso l’attività mercoledì.
In tutto il Kashmir, comunicazioni paralizzate, con grossi problemi anche di approvvigionamento di generi alimentari, e scuole chiuse. Lunedì, da segnalare anche le abbondanti piogge in gran parte dell’India settentrionale: Hissar 41 mm, New Delhi e Amritsar 27, Dehradun 21. I 21,3°C di massima di lunedì a Delhi rappresentano un valore 8°C inferiore a quello medio del periodo. Amritsar, con i suoi 19,5°C di massima, è rimasta 7°C più bassa della media.
Almeno 28 persone sono morte e 25 sono rimaste ferite a causa del maltempo che ha colpito nei giorni scorsi tutto il nord dell’India. Alcune delle vittime erano pellegrini hindu, bloccati dal maltempo, e morti poi congelati, lungo il loro pellegrinaggio a Vaishno Devi, uno dei più frequentati luoghi sacri dello Jammu-Kashmir. Parecchie anche le vittime dei fulmini.