PIOGGE TORRENZIALI KILLER – Non ci sono cifre ufficiali, ma in seguito all’ondata di piogge monsoniche, che sta flagellando nelle ultime settimane varie zone dell’India, si temono oltre 10 mila vittime nel solo stato himalayano dell’Uttarakand, una delle zone più belle del subcontinente indiano. Le disastrose piogge si sono particolarmente accanite su tutta la regione fra il 14 ed il 17 giugno, causando inondazioni, frane e alluvioni per i fiumi in piena. Allo stato attuale, sarebbero stati trovati appena 822 corpi delle vittime del disastro, ma pare davvero impossibile sapere quanti sono sepolti sotto il fango e quanti altri sono stati trascinati via dai fiumi in piena. Interi villaggi sono stati spazzati via dalla furia dell’acqua e delle inondazioni: ben 2375 villaggi (su un totale di 22 mila) sarebbero stati letteralmente rasi al suolo.
GUERRA DI CIFRE – Le autorità locali, fra cui il governatore dello stato, parlano di 900-1000 morti, mentre per Govind Singh, Presidente del Parlamento dell’Uttarakhand, vi sarebbero non meno di 10 mila vittime, creando così forti contrasti. I motivi legati a questa discrepanza, fra le diverse autorità indiane, è stato spiegato al Times of India in un articolo destinato ad infuocare ulteriormente le polemiche sull’effettiva efficienza del governo indiano: il Dipartimento meteorologico diffuse, dal 14 al 16 giugno (quindi prima che il monsone si abbattesse con tutta la sua violenza, trasformandosi in cataclisma) bollettini riguardanti la possibilità di pesantissime piogge in Uttarakhand, in cui chiedeva alle autorità, di far partire immediatamente i soccorsi e trasferire la gente in luoghi sicuri, cosa che le autorità indiane avrebbero colpevolmente ignorato.