A nordovest di Los Angeles, in California, un grosso incendio è scoppiato negli ultimi giorni di settembre 2005. Cresciuto fino a interessare 17000 ettari in 2 giorni, il fuoco ha distrutto abitazioni, risorse naturali, linee elettriche e di telecomunicazioni nella regione di Topanga, a nord delle Santa Monica Mountains, a nord delle quali si trova la Simi Valley. L’immagine dell’incendio che alleghiamo è stata registrata dal Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer (MODIS) posizionato sul satellite “Terra”, della NASA, giovedì 29 settembre 2005. Sottolineata in rosso è la parte più attiva dell’incendio.
Le condizioni di tempo e terreno secchi e di forte vento, con il Santa Ana che spirava caldo (i media americani riferivano di temperature “a tre cifre”, che vuol dire oltre 100°F, più di 38°C) e asciutto dall’entroterra, hanno reso molto difficile il lavoro dei Vigili del Fuoco (ne erano all’opera oltre 3000), tuttavia i danni alle strutture abitative sono stati modesti. Sei abitazioni sono comunque andate distrutte, mentre sono state evacuate 1500 persone.
Il vento molto meno intenso di venerdì 30 settembre ha aiutato i pompieri a mantenere relativamente sotto controllo l’incendio. Nel pomeriggio di venerdì 30 settembre il governatore della California, l’ex attore Arnold Schwarzenegger, si è recato nella regione interessata dall’incendio, sottolineando in un discorso l’impegno profuso dai pompieri nell’opera di spegnimento e il buon coordinamento delle attività volte a limitare i danni dell’incendio.
Altri incendi hanno interessato la California negli stessi giorni. Uno di essi ha bruciato sabato 1000 ettari sulle montagne di San Bernardino e costretto le autorità ad evacuare molte persone nella regione collinare, mentre un altro ha interessato le colline sovrastanti Burbank, distruggendo 700 ettari ma senza interessare abitazioni.
I pompieri hanno potuto considerare conclusa la loro opera di spegnimento dell’incendio di Topanga alla fine della giornata di sabato. Fortunatamente il buon coordinamento nelle operazioni di contenimento e spegnimento del fuoco, insieme, fortunatamente, con un cambiamento delle condizioni atmosferiche, ha limitato i danni. Il vento caldo e secco Santa Ana, chetanto aveva aiutato l’incendio a crescere rapidamente mercoledì e nella prima parte di giovedì, è calato notevolmente di intensità già nella notte su venerdì, quando è poi giunta nella regione aria più fresca e umida.
Beffardamente, lo stato maggiore dei Vigili del Fuoco delle varie contee della regione era riunito a una conferenza ad un Hotel sul Lake Arrowhead, discutendo del coordinamento delle varie unità nei casi di emergenza, quando è giunto il primo allarme per l’incendio che andava rapidamente crescendo. Come detto, 3000 pompieri di Ventura e Los Angeles hanno lavorato sotto un unico coordinamento, con l’ausilio di 11 elicotteri che sganciavano a ripetizione “bombe d’acqua” sulle fiamme.
A Los Angeles la temperatura massima di mercoledì 28 settembre è stata 31,1°C (36,7°C quella di Long Beach), salendo a ben 35,6°C giovedì 29 settembre, quando Long Beach ha raggiunto nuovamente i 36,7°C, con una umidità scesa a un valore minimo dell’11% (dew point 2,2°C). Il record di caldo di settembre per Long Beach non è comunque stato battuto, visto che è di 40°C.
Venerdì 30 settembre il caldo è stato ancora molto intenso, con massime molto vicine a quelle di giovedì, mentre sabato 1° ottobre le temperature si sono notevolmente abbassate, con massime 32,2°C a Long Beach come a Los Angeles. La media delle massime di Los Angeles è di 27°C per settembre (come pure per luglio e agosto), mentre scende a 25°C in ottobre.
L’insorgenza del Santa Ana, il vento che spira dall’entroterra californiano verso la costa, inibendo le brezze oceaniche che normalmente mantengono fresche, anche in piena estate, le località costiere, è stata dovuta alla presenza di una vasta aria di alta pressione situata sull’area delle Montagne Rocciose e sulla parte occidentale delle pianure centrali. Detta area di alta pressione presentava, giovedì 29 settembre, due massimi, uno tra Idaho e Utah e l’altro tra i “panhandles” di Texas e Oklahoma, convogliando verso la costa californiana correnti calde e secche dai roventi deserti dell’Arizona e del New Mexico.
Naturalmente il fuoco è stato favorito anche dalla vegetazione essiccata da mesi di mancanza di piogge, come è normale che sia in California a fine settembre, quando non sono ancora iniziate le piogge autunnali. Il regime delle piogge in California è infatti di tipo mediterraneo, con stagione umida tra tardo autunno e inverno. Mediterranea è anche la vegetazione della regione subcostiera, una “macchia” localmente chiamata “chaparral” dove abbondano le specie resinose, facilmente infiammabile dopo lunghi periodi di tempo asciutto.