La parte nord-orientale del Brasile è stata flagellata da piogge torrenziali, con decine di fiumi esondati e frane che hanno travolto interi villaggi sulle colline uccidendo almeno 40 persone, ma ciò che spaventa maggiormente sono gli oltre 1000 dispersi. Le regioni più colpite sono quelle dell’Alagoas e del Pernambuco: sulla capitale di quest’ultimo, Recife, nella sola giornata del 17 giugno sono caduti 117 millimetri.
Le peggiori inondazioni degli ultimi anni hanno travolto il Sud Alberta (provincia del Canada occidentale), determinando la chiusura della Trans-Canada Highway. La zona di Medicine Hat è stata quella più colpita, con una serie di piccole città travolte da un’alluvione lampo con circa 150 millimetri caduti in zona (regione del massiccio Cypress Hills) venerdì 18 giugno. Queste piogge e l’incremento degli eventi estremi in alcune zone degli USA, con particolare riferimento al Midwest, vanno ricondotte ad un’ampia saccatura centrata sul Canada che ha generato uno scontro importante fra masse d’aria fredde polari discese sul lato occidentale degli Stati Uniti e quelle molto più calde, risalite verso la East Coast.
Problemi per le piogge anche sul Ghana con le inondazioni che hanno provocato la morte di 24 persone (di cui 11 nella capitale Accra), mentre in Cina il bilancio di morti è continuato a salire dopo le precipitazioni torrenziali che continuano peraltro a colpire con veemenza le aree del sud e del sud-est: il 21 giugno sono caduti 115,6 mm di pioggia a Pucheng, 104 a Taipei, 80 a Wuyishan e 79,7 a Changting.
Ruggisce l’inverno in Argentina, con temperature davvero molto fredde nel primo giorno del calendario invernale, con temperatura precipitate fino a 0,9°C persino a Buenos Aires. La zona più fredda, in Patagonia, è stata quella di Rio Gallegos (città più meridionale dell’Argentina continentale, escludendo la Terra del Fuoco), dove la colonnina di mercurio è scesa fino a -16°C.