Non c’è pace per le Filippine, colpite da un nuovo tifone solo pochi giorni dopo il passaggio di Durian, fonte di vaste distruzioni e di lutti (centinaia le vittime, soprattutto nella provincia di Albay).
Venerdì il tifone Utor, accompagnato da venti sostenuti fino a 60 miglia orarie intorno che soffiavano intorno ad un centro situato 550 miglia a est-sudest di Manila e 180 miglia a est dell’isola Samar, nelle Filippine centrali, si spostava verso ovest a 16 miglia orarie. La previsione era di un rafforzamento del tifone, con landfall sulla isola Samar nella tarda mattinata di sabato, ora locale, e successivo attraversamento, da est a ovest, delle Filippine centrali, con venti in grado di creare danni seri nelle zone adiacenti al centro del tifone e piogge torrenziali su aree geografiche più diffuse.
Alle 12 GMT di sabato 9 dicembre Utor aveva già attraversato Samar ed era centrato a 11,6°N 124,2°E, sul Mare di Visayan, proprio al centro dell’arcipelago. La tempesta era un tifone di categoria 1, con venti sostenuti fino a 75 miglia orarie (120 km/h), prevista in temporanea lieve attenuazione nelle 12 ore successive (ritornando “tropical storm”), ma in sensibile rinforzo per domenica e lunedì, con nuova “promozione” a tifone e passaggio alla categoria 2, durante l’attraversamento del Mar Cinese Meridionale, con traiettoria dapprima da est a ovest, quindi verso nordovest.
Nelle 24 ore comprese tra le 15 GMT di venerdì e la stessa ora di sabato, questi gli accumuli di pioggia più significativi: Guiuan 147 mm, Borongan 117, Maasin 77, Legaspi 72, Lumbia 67, Daet 64, Catarman 61. Guiuan è la città più vicina al punto dove il tifone ha toccato terra.
Nella regione intorno a Legaspi, l’arrivo di Utor (Seniang secondo la denominazione della Pagasa, l’agenzia meteorologica filippina) ha ostacolato i soccorsi alle popolazioni colpite la settimana scorsa da Durian. Nelle isole centrali dell’arcipelago molti disagi per il blocco dei trasporti marittimi.