Ma-On nel tardo pomeriggio, ora EDT, di martedì 5 ottobre era ancora una tempesta tropicale, in fase di rinforzo sul Mar delle Filippine. Accompagnata da venti sostenuti intorno alle 60 miglia orarie, era centrata 570 miglia a sudest di Naha, Okinawa (Giappone), muovendosi verso nordovest a 7 miglia orarie. Le previsioni indicavano un rinforzo e uno spostamento verso nord, con obiettivo il Giappone meridionale tra venerdì 8 e sabato 9 ottobre.
Alle 17 GMT del 6 ottobre, infatti, Ma-On era diventato un tifone di categoria 1, con elevata probabilità di raggiungere la categoria 2 entro 24 ore. All’ora citata il centro era a 20,9°N 132,2°E, 700 km a SE di Okinawa. La pressione centrale era 970 hpa, i venti sostenuti di 70 nodi, circa 130 km/h (raffiche di 160 km/h), l’altezza delle onde di 6 metri. La tempesta si muoveva ancora verso nord-nordovest a 9 km/h, e le previsioni continuavano a indicare il probabile interessamento del Giappone meridionale nelle prime ore di sabato.
Il successivo bollettino della Jma prevedeva il centro della tempesta, alle 18 GMT del 7 ottobre, posizionato a 22,2°N 131,2°E, con pressione centrale a 950 hpa e vento rinforzato a 80 nodi. Per le 18 GMT di venerdì 8 ottobre la Jma vede il centro a 27,0°N 132°E, quindi spostato verso NNE rispetto a 24 ore prima, con vento e pressione centrale stabili.
Per le prime ore del giorno 9, sabato, è previsto il “landfall”, tra Shikoku e la penisola di Kii, nel sud di Honshu. La tempesta, toccando terra, dovrebbe indebolirsi (alle 18 GMT di sabato Jma prevede venti di 65 nodi e pressione centrale risalita a 970 hpa, con tempesta centrata a 36°N 134,5°E) ma, complice anche l’orografia complessa delle isole giapponesi, la possibilità di piogge localmente molto intense, come accaduto per Meari, è allo stato attuale elevata.