Il Ciclone “Hudhud” prese vita nell’Oceano Indiano il 7 ottobre scorso e a partire dal giorno successivo accelerò il processo d’intensificazione spingendosi verso le coste orientali dell’India. Il “landfall” avvenne il 12 ottobre con una velocità del vento di 195 km/h sulla città di Visakhapatnam (nell’Andhra Pradesh).
Secondo i meteorologi indiani, il ciclone sarebbe stato l’unico responsabile del dramma che si è consumato martedì 15 ottobre sul passo Thorong La. Un’improvvisa bufera di neve si è abbattuta nella zona attorno al Annapurna (il massiccio nepalese) quando transitavano 168 turisti stranieri. Secondo l’agenzia di stampa AFP, i corpi di 24 persone sono stati trovati in un percorso di trekking tra i più frequentati equilibrio prima ha detto 12 sono stati uccisi e sarebbero circa 100 le persone mancanti all’appello.
Gli esperti sottolineano come si sia trattato di un fenomeno eccezionale per questo periodo dell’anno. Basti pensare che in poco più di 24 ore sono caduti oltre 90 cm di neve fresca. Inoltre la tragedia è avvenuta su un percorso abbastanza semplice e sotto la guida di personale preparato.
L’impatto di un ciclone si estende in zone lontanissime rispetto all’occhio, distanti anche migliaia di chilometri. Gli effetti della pressione sulla temperatura può essere devastante alle alte quota ed è per questo che il ciclone può essere considerato tra le probabili cause del rapido peggioramento nel tempo. L’aumento di temperatura e la diminuzione delle precipitazioni nella regione potrebbe aver indebolito il manto nevoso e la caduta di un nuovo strato – consistente – al di sopra ha innescato il distacco di una tremenda valanga che ha sepolto decine di persone.