Il medesimo pattern atmosferico che ha visto il dominio delle correnti occidentali atlantiche con il passaggio frequente di perturbazioni sul continente europeo, è stato il responsabile delle piogge molto scarse durante questo inverno sul Mediterraneo sud-orientale.
Dopo l’imponente ondata di freddo nella prima parte di dicembre, con la storica nevicata di Gerusalemme e le nevicate in Siria, Giordania, Libano e fino in Egitto, con graupel addirittura al Cairo, non si sono più presentate intense perturbazioni in tutta quest’area del Vicino Oriente.
Le perturbazioni sono infatti transitate sempre molto più a nord con la direzione prevalente ovest-est e non si sono avute le profonde saccature in affondo verso l’Egeo e il Mar di Levante che sono invece tipiche in inverno quando l’alta pressione delle Azzorre punta verso nord.
In questa zona le precipitazioni sono un’esclusiva del semestre freddo, se un inverno è siccitoso è assai probabile che il problema siccità non si risolva prima del successivo tardo autunno. A Beirut ad esempio, degli 825 mm di pioggia annuale, solo una ventina cadono da maggio a settembre, mentre da novembre a marzo la media è sempre superiore ai 100 mm.
Quest’anno a partire da settembre nella capitale libanese sono caduti appena 307 mm, rispetto ad una media trentennale di 646. A Zahlé, nella valle della Bekaa, sono caduti meno di 200 mm rispetto ad una media di 466 mm. Infine a Tripoli sono caduti 321 mm su una media di 662 mm.
Pochissima anche la neve caduta sulle montagne libanesi. A quota 2000 metri sono presenti solo pochi centimetri di neve, quando normalmente a fine inverno ne sono presenti metri! Di conseguenza anche la stagione sciistica ha sofferto pesantemente della mancanza di precipitazioni con le stazioni che hanno potuto aprire gli impianti solo per pochi giorni.
C’è ancora un mese e mezzo circa di tempo per recuperare almeno parzialmente il pesante deficit idrico, nel frattempo la popolazione libanese comincia già a fare scorta di acqua per l’estate.