Imperversa ormai da oltre due giorni la bufera di neve nell’estremo oriente russo e in particolare nel Territorio di Habarovsk e nella regione dell’Amur.
Ad Habarovsk e dintorni, la neve caduta assieme a raffiche di vento che raggiungono i 100 km/h, ha causato enormi disagi alle arterie stradali e alle linee elettriche. Sarebbero circa 25000 le persone rimaste senza energia elettrica, mentre alcune autostrade sono state chiuse. In alcune zone il manto nevoso ha raggiunto i 75 cm d’altezza.
La profonda area di bassa pressione ha colpito ancor più violentemente Komsomolsk-on-Amur (sempre nel Territorio di Habarovsk), dove il manto nevoso ha raggiunto i 51 cm, le raffiche di vento hanno toccato martedì i 105 km/h. La bufera in città ha causato la paralisi dei trasporti pubblici, le scuole sono rimaste chiuse sia il 2 che il 3 dicembre. Molti i blackout elettrici. L’autostrada che collega la città a Habarovsk è stata chiusa.
Il ciclone ora sta perdendo forza, le nevicate sono in via di cessazione e la situazione dovrebbe tornare alla normalità nel corso di mercoledì 4 dicembre. Ma con il ritorno alla calma precipiteranno le temperature che sono già scese a -26°C a Komsomolsk-On-Amur e a -20,6°C ad Habarovsk.
L’ondata di freddo e neve sta interessando anche il nord-est della Cina, le due Coree e il nord del Giappone.
Dalla parte opposta della Russia continua a fare molto freddo. Nel settore artico europeo Hoseda-Hard ha toccato -41°C, mentre a sud di Mosca la città di Penza ha raggiunto -22,4°C. Il 2 dicembre la soglia dei -20°C è stata oltrepassata anche in Ucraina (-21,4°C ad Artemivsk). Nella Russia centrale europea si dovrebbe però andare verso una fase meno fredda.