La Georgia del Sud, isola subantartica in pieno Oceano Atlantico di cui ci siamo occupati più volte in questa sede, ha avuto l’occasione, lo scorso 6 gennaio, di vivere finalmente una mite giornata estiva, quando isoterme di +10°C a 850 hPa (circa 1500 metri di quota), non proprio comuni nemmeno in estate, l’hanno abbracciata.
L’occasione non è stata sfruttata appieno, tanto che la temperatura massima sull’isola ha raggiunto appena i 7 gradi centigradi.
Meglio è andata alle isole Falkland, dove il termometro ha toccato i +16°C e a Ushuaia, nella Terra del Fuoco con un po’ meno mite +12°C.
E risalendo la Patagonia da sud verso nord notiamo un pienamente estivo +26.4°C a Trelew, con vento da nord moderato, che diventeranno addirittura +31.2°C il giorno successivo, 7 gennaio.
Lo stesso giorno la capitale Buenos Aires ha raggiunto +39°C, mentre proseguendo ancora verso nord registriamo i +42.7°C di La Rioja e i +42.5°C di Santiago del Estero.
Punte oltre i 40 gradi anche in Uruguay, e qui è già meno frequente rispetto alle più continentali località del centro-nord argentino, 40 gradi raggiunti e superati a Salto e Paso de los Torros, rispettivamente con +41°C e +40.6°C, mentre Montevideo, solitamente baciata dalle brezze di mare, ha visto il termometro fermarsi ad un comunque notevole +37.2°C.
Purtroppo a seguito di questa ondata di caldo, non eccezionale, ma meritoria di attenzione, si devono registrare i forti temporali che hanno colpito tutta la zona dell’Argentina centro-settentrionale, del Paraguay e dell’Uruguay, portando ben 86 mm di pioggia a Prats-Gil e 70 a Concepcion, 37 a Salto in Uruguay, 30 a Villa de Maria in Argentina. Ma come ben sappiamo nei sistemi temporaleschi le piogge sono spesso molto localizzate, e così, seppur non possiamo portare dati certi e precisi, dobbiamo segnalare quelle torrenziali, ma di breve durata, che hanno colpito soprattutto la regione pre-andina argentina, causando purtroppo anche alcune vittime.