Scenari catastrofici erano previsti al momento del “land – fall” di Gustav (il suo arrivo sulla terraferma), quando si poteva ragionevolmente prevedere un nuovo allagamento della città di New Orleans, visto che si trattava di un uragano di 4° categoria paragonabile al disastroso Uragano Katrina di tre anni orsono.
Tuttavia, questi fenomeni sono spesso imprevedibili, e, appena toccata la terraferma, o comunque acque più fredde in prossimità della costa, tutto si è “sgonfiato”, divenendo una semplice tempesta tropicale, con piogge abbondanti e forti venti, ma paragonabile a tante intense perturbazioni mediterranee che si abbattono anche sulle nostre coste.
Riguardo alle precipitazioni, la stazione di New Orleans manca di dati ufficiali di rilevazione, nei giorni interessati dal fenomeno, in quanto, con tutta probabilità, è stata abbandonata dal personale addetto, in seguito all’evacuazione della città.
Ma nelle altre località della Louisiana, o del Texas, o del Mississippi, non si sono registrati fenomeni particolarmente violenti.
Il giorno 1° settembre si sono raggiunti i 35,3 mm di pioggia a Lake Charles, ed i 21,3 mm a Sheveport, in Louisiana, mentre New Orleans ha registrato un vento massimo di 95 kmh.
Il 2 di settembre non cambia molto la situazione, con 17,0 mm di pioggia caduti a Lake Charles e 35,3 mm a Sheveport.
Il 03 Settembre notiamo 62,0 mm caduti a Brownsville, in Texas, mentre sono caduti appena 9,9 mm a Lake Charles, e 1,3 mm a Sheveport.
Molto più piovose sono risultate Fort Smith, in Arkansas, dove la tempesta è andata a spegnersi definitivamente, e dove sono caduti 52,6 mm di pioggia, e dove il giorno precedente sono caduti anche 92,7 mm di pioggia, per un totale di 145,3 mm di pioggia in 48 ore che sono un quantitativo di tutto rispetto.
Ed anche il vento, con una punta massima di 95 kmh, non è stato certamente all’altezza di un Uragano forza 4 che registra di solito raffiche superiori ai 200 kmh!
Insomma, effetti pluviometrici maggiori in Arkansas che non in Louisiana, per una tempesta che ha deluso parecchio le aspettative di chi immaginava qualcosa del tipo “catastrofe epocale”.
Preoccupiamoci adesso di monitorare le forti piogge che Hanna potrebbe provocare sulla costa orientale statunitense.