I primi 7 mesi del 2015 hanno visto cadere sull’Italia 408.831 fulmini, numero ragguardevole ma comunque in deciso calo rispetto all’anno precedente: questa flessione deriva soprattutto dalla stagione estiva, che l’anno scorso era stata fortemente instabile mentre quest’anno ha prevalso l’anticiclone africano. L’estate è la stagione nella quale cadono il maggior numero di fulmini e luglio ed agosto sono proprio i mesi più elettrici. Nonostante il calo a livello nazionale, non mancano le eccezioni: il Piemonte ha registrato un forte incremento dell’attività elettrica rispetto allo scorso anno con ben 96mila fulmini tra gennaio e luglio ( +134%) così come il Trentino Alto Adige, dove 25mila fulmini circa caduti hanno fatto registrare un +163%.
Dicevamo dell’annata record 2014, quando si sono registrati quasi 3,2 milioni di fulmini, quasi il doppio rispetto all’intero 2013. Il 2014 è stato anche l’anno in assoluto peggiore dal 2000 per l’altissima frequenza dei fulmini. Se allarghiamo lo sguardo agli ultimi 15 anni, si scopre che la regione italiana più colpita dalle scariche elettriche è stata la Toscana (808.395 fulmini), seguita da Piemonte (706.665 fulmini) e Lazio (658.815 fulmini). A monitorare costantemente la caduta dei fulmini è il Cesi (Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano) attraverso il Sirf, il Sistema Italiano Rilevamento Fulmini, composta da 16 sensori situati sul territorio nazionale. Ogni sensore e’ collegato tramite internet al centro operativo presso la sede Cesi a Milano.