Un’importante fetta dell’Europa sta convivendo con una fase più mite, derivante dall’addolcimento termico apportato dalla penetrazione di una saccatura atlantica che richiama lungo il suo ramo ascendente masse d’aria meridionali. Il maltempo si concentra per ora sull’Europa Occidentale, prima che sfondi direttamente sul Mediterraneo: il perno principale della figura depressionaria si trova a nord della Scozia ed è causa di venti molto intensi (misurate raffiche fino ad oltre 100 km/h) tra le Isole Britanniche e le coste norvegesi.
Il soffio mite dell’atlantico ha chiuso il corridoio artico che, fino a qualche giorno fa, non si è certo tirato indietro e ha influito a più riprese su gran parte dei territori europei. Che fine ha fatto l’aria artica? L’eredità delle precedenti discese fredde si fa ancora sentire tra i Balcani e le zone carpatico-danubiane: il freddo notturno, con valori spesso sottozero, risulta infatti piuttosto marcato, grazie al cielo sgombro da nubi per effetto di una cellula anticiclonica.
Una nuova linfa d’aria gelida artica è invece sopraggiunta sui settori più a nord della Scandinavia e della Russia: le temperature sono precipitate verso il basso, tanto da toccare punte estreme i -22°C in Finlandia (Enontekio), -20°C in Norvegia (Kautokeino) e -17°C in Svezia (aeroporto i Kiruna). Molta la differenza rispetto alle aree più a sud della Scandinavia: basti pensare che ad Helsinki il termometro non è sceso sotto i +2°C e a Stoccolma addirittura ha avuto una minima di 8 gradi