Ancora molta pioggia martedì, mercoledì e giovedì nel nord di Luzon, a causa della posizione semistazionaria del tifone Parma (lentamente indebolitosi, diventando “tropical storm”, ma sempre foriera di piogge intensissime), centrato tra la stessa Luzon e Taiwan. Tra le 12 GMT di lunedì e la stessa ora di martedì, 153 mm di pioggia a Vigan, 103 a Laoag, 88 a Baguio. Nelle 24 ore seguenti, 318 mm a Baguio, 121 a Basco Radar, 76 a Itbayat, 68 a Vigan, 61 a Tuguegarao, 47 a Calayan, 42 a Laoag. Basco Radar, Itbayat e Calayan sono situate sulle isole minori dello Stretto di Luzon. Tra le 12 GMT di mercoledì e la stessa ora di giovedì, 345 mm a Baguio, 294 a Dagupan, 125 a Vigan, 105 a Laoag, 103 a Tuguegarao, 96 a Cabanatuan, 75 a Basco Radar.
Veramente impressionanti gli accumuli degli ultimi 6 giorni in alcune località del nord di Luzon, a causa della persistenza delle piogge, a loro volta dovute al fatto che Parma è rimasto sostanzialmente fermo per molti giorni a poca distanza dal settore nordoccidentale della grande isola filippina. Tra le 12 GMT di venerdì 2 e la stessa ora di giovedì 8 ottobre, in 6 giorni quindi, sono caduti 1083 mm a Vigan, 1122 a Laoag, 1470 a Baguio. Baguio si trova in mezzo alle montagne, a 1500 metri di quota, è una bella cittadina circondata dalle sterminate risaie filippine.
Mercoledì, Parma si è addirittura riportata sulla terraferma, scendendo allo status di depressione tropicale. Alle 12 GMT di giovedì 8 ottobre, infatti, era centrata a 17,1°N 121,0°E, appena a nord di Baguio, accompagnata da venti sostenuti fino a 55 km/h. La tempesta pare ora destinata a spostarsi lentamente verso ovest, tornando sul Mar Cinese Meridionale e riguadagnando lo status di “tropical storm”. Un primo bilancio del passaggio di Parma sulle Filippine è di 22 morti e 31 milioni di dollari di danni.
Il tifone Melor ha colpito il Giappone a partire da martedì 6 ottobre, causando tra l’altro almeno due morti e 64 feriti. Melor è stato il primo tifone a colpire direttamente il Giappone negli ultimi due anni. Il tifone ha mandato in tilt il sistema dei trasporti sull’isola Honshu, la più grande dell’arcipelago, causando la cancellazione di molti treni e il caos nei due aeroporti di Tokyo, con numerosi voli cancellati e forti ritardi. A Tokyo il vento ha raggiunto i 124 km/h, nella raffica più intensa registrata giovedì mattina, i forti venti hanno scoperchiato tetti e abbattuto linee elettriche in molte aree del paese. Paralizzate anche le attività produttive, molte infatti le aziende, anche grandi (ad esempio Toyota e Suzuki), che hanno sospeso la produzione.
Nella capitale Tokyo c’è stato un blocco quasi totale del trasporto urbano. Nel primo mattino di giovedì, in concomitanza con il passaggio di Melor, le linee della metropolitana e i treni di superficie hanno fermato ogni attività a causa del forte vento.
Le vittime del tifone sono un uomo di 54 anni, schiacciato da un albero mentre viaggiava in moto nella zona occidentale di Wakayama e, a nord della capitale, un 69enne colpito da un tronco.
Tra le 18 GMT di lunedì e la stessa ora di martedì, sono caduti 106 mm di pioggia ad Hachijojima, una delle isola Izu, situate a sud di Honshu, mentre sull’isola Oshima, molto più vicina a Honshu, i millimetri caduti sono stati 34. Tra le 18 GMT di martedì e la stessa ora di mercoledì, 251 mm a Owase, 151 a Oshima, 132 a Irako, 113 a Ueno, 100 a Tsu, 92 a Yokohama, 78 a Omaezaki, 77 a Nagoya, 75 a Hachijojima, 71 a Tokyo. Nella giornata di giovedì, il tifone e le piogge intense ad esso associate si sono portate verso il nord di Honshu e la più settentrionale Hokkaido. Tra le 18 GMT di mercoledì e la stessa ora di giovedì, 103 mm a Sendai, 95 a Tsu, 82 a Nagoya, 75 a Tokyo.
Alle 12 GMT di giovedì, Melor, scesa allo status di “tropical storm” dopo il landfall, era ritornata in mare, centrata a 40,2°N 143,6°E, a sud di Hokkaido, accompagnata da venti sostenuti fino a oltre 80 km/h. Melor si muoveva verso nordest, come continuerà a fare nei prossimi giorni, restando in mare aperto e indebolendosi lentamente.