La notizia è ufficiale perché viene direttamente dal National Weather Service, ente meteorologico federale degli USA e branca del NOAA: l’ex super-tifone Nuri, portatosi sul Mare di Bering e diventato ciclone extra-tropicale, ha raggiunto un minimo di pressione di 924 hPa, battendo il precedente record di pressione minima in Alaska che era stato stabilito a Dutch Harbo con 925 hPa il 25 ottobre del 1977.
Nuri era stato un tifone potentissimo, che in 24 ore era stato capace di passare dalla categoria 1 alla 5, il più intenso di tutta l’attuale stagione nel Pacifico, ma fortunatamente era rimasto in mare aperto. La sua traiettoria l’aveva portato a sfiorare prima le Filippine e poi il Giappone, dirigendosi sempre più a nord, fino appunto all’estrema propaggine settentrionale dell’Oceano Pacifico rappresentata dal Mare di Bering, oltre il quale si entra nel Mar Glaciale Artico.
Nuri, pur con sembianze non più tropicali, è tutt’oggi una tempesta violentissima, la più forte che abbia mai investito la zona dell’Alaska, e sta già avendo un forte impatto sulle Isole Aleutine, con venti con forza da uragano e onde alte anche oltre 15 metri, e impatterà, pur con minor forza, anche sulle coste continentali dell’Alaska.
Le conseguenze di questa super tempesta non si limiteranno all’Alaska, l’estremo oriente russo e il Mare di Bering, ma a causa di una deviazione del jet stream polare, aria artica invaderà la zona centro-orientale del Canada e degli USA. Durante la metà della prossima settimana l’aria molto fredda potrebbe giungere persino in prossimità delle coste del Golfo del Messico. In pratica il Vortice Polare collasserà verso sud invadendo il cuore del continente nord-americano!