Nel settore del Pacifico sudamericano, gli effetti del Niño non si esauriscono con le alluvioni nel nord del Cile, in regioni solitamente molto aride.
E’ collegata al Niño anche la lunga striscia di temperature elevate che sta interessando Lima, la capitale peruviana.
La metropoli, a dispetto della sua latitudine tropicale, ha infatti temperature piuttosto fresche durante tutto l’anno, grazie all’effetto mitigatore del mare, molto freddo per la corrente di Humboldt, che proprio durante gli episodi di Niño, riduce la sua influenza.
Le medie delle massime dei mesi invernali, caratterizzate anche da cieli spesso grigi e dalla “garua” (la insistente pioviggine tipica dell’area di Lima), sono inferiori ai 20°C, ma anche nei mesi estivi le medie delle massime sono sui 25°/26°C (26,0°C quella di marzo) e raramente si superano i 30°C.
Dal 18 al 25 marzo scorsi, invece, le massime sono state sempre oltre i 30°C, con un picco di 31,8°C il 21 marzo.
Purtroppo però nell’entroterra di Lima, il Niño, come in Cile, ha causato intense piogge, che tra Santa Eulalia e Chosica (sulle prime propaggini andine a circa 50 km da Lima) hanno avuto come conseguenza disastrose frane che hanno causato 8 vittime e decine di feriti.