E’ arrivato, proprio come secondo le previsioni di tutti i modelli matematici meteorologici, il Grande Freddo sul continente nord americano, in particolare sul suo lato orientale.
I radiosondaggi di questa notte hanno mostrato delle punte minime di -38°C ad 850 hPa (circa 1500 metri di quota), sullo Stato canadese del Quebec.
Ed è proprio qui che si sono verificati i valori termici più bassi: -44,9°C sono stati misurati nella località di La Tuque, -42,3°C a Foret Montmorency, e -43,0°C a Parent, mentre molte altre località hanno visto temperature inferiori ai trenta gradi sotto lo zero.
Le stesse grandi città canadesi hanno visto valori termici bassissimi, con -29,9°C raggiunti ad Ottawa, -29°C a Montreal, mentre Quebec City è arrivata ad un valore minimo di -33,9°C, di almeno 18°C inferiore alla norma mensile, e non lontana dal record storico assoluto di -36,7°C.
Queste temperature sono inferiori perfino a quelle registrate sul non lontanissimo Mount Washington, 1909 metri di quota, che ha raggiunto “solo” -32,2°C.
Il freddo ha colpito, naturalmente, anche la parte nord orientale statunitense, seppur non con la parte più consistente del Blocco artico.
Le temperature minime hanno infatti raggiunto i -30,0°C a Minneapolis, i -34,4°C a Dubuque, nello Iowa, vicinissimo al record storico locale di -35,6°C, mentre tale record è stato uguagliato in un’altra città di tale Stato, Waterloo, con -36,7°C.
Gran gelo anche nel South Dakota, dove sono stati raggiunti -41,1°C ad Aberdeen, anch’essa molto vicina al record storico di -43,9°C.
Ma uno sbuffo d’aria gelida è riuscito ad arrivare anche sulle coste del Golfo del Messico, dove, questa mattina, si sono raggiunte temperature minime di -1,1°C a Beaumont (Texas), 0,0°C a New Orleans, -3,3°C a Mobile, in Alabama, e -4,4°C a Tallahassee, in Florida.
A noi preme tuttavia ricordare una cosa.
Le correnti fredde artico-canadesi finiscono, nel loro moto verso levante, per andare a gettarsi nell’Oceano Atlantico, nella sua parte settentrionale, e, inevitabilmente, interagendo con l’aria più calda ed umida preesistente, creano delle intense perturbazioni in rapido moto verso levante.
Nei prossimi giorni, il flusso perturbato atlantico “attingerà” l’aria fredda canadese, che giungerà poi nel cuore dell’Europa, ma profondamente trasformata nel corso del proprio moto sopra le vaste superfici oceaniche.
Delle “gocce” gelide si muoveranno dal Canada orientale e dalla penisola di Halifax fino al cuore dell’Oceano, creando numerosi impulsi perturbati molto intensi, che si dirigeranno verso l’Europa.
Insomma, l’irruzione fredda canadese ha quindi la sua influenza anche sul clima del nostro Continente, seppure in modo indiretto.