Il Giappone si sta cercando di riprendere da una delle tempeste più terribili che lo hanno colpito negli ultimi anni (e ora ci si è messo anche il terremoto…), ma deve cominciare a pensare a seguire l’evoluzione del tifone successivo, Nock-Ten, che non si esclude affatto possa attraversare l’arcipelago alla metà della prossima settimana. Ma, tornando alla tempesta già passata, il tifone Tokage, aggiungiamo a quanto già scritto nei giorni scorsi che le alluvioni e le frane hanno ucciso almeno 69 persone.
Già abbiamo rimarcato che Tokage è stato il decimo tifone della stagione a fare “landfall” sull’arcipelago, un record che ha polverizzato il precedente di sei, stabilito nel 1990, mentre di norma il paese del Sol Levante è interessato da tre tifoni a stagione. L’alto numero di tifoni di quest’anno è stato da molti collegato alla temperatura del Pacifico più elevata del normale e al fatto che le aree di alta pressione sullo stesso Oceano si presentino più deboli del consueto.
Nock-Ten, 24mo tifone dell’anno nella regione del Pacifico Occidentale, è intanto strettamente monitorato nel suo movimento verso Taiwan. Guam è stata risparmiata dall’impatto con il cuore della tempesta, tuttavia venti e piogge sono stati intensi quanto basta a causare locali alluvioni nella parte meridionale dell’isola.
I centri previsionali, pur ritenendo probabile che il tifone colpisca direttamente Taiwan, considerano sabato 23 il giorno in cui poter sciogliere la prognosi, in quanto il tifone, attraversando migliaia di chilometri di mare (esattamente il Mar delle Filippine), può essere influenzato nella sua traiettoria da vari fattori, inclusi gli alisei di nordest. Al di la del fatto che colpisca o meno direttamente Taiwan, è molto probabile che Nock-Ten causi piogge torrenziali sull’isola, visto che con ogni probabilità vi sarà interazione tra il tifone e il monsone stagionale di nordest.
Nel tardo pomeriggio, ora EDT, di giovedì Nock-Ten era centrato 400 miglia a nord-nordovest di Yap, Micronesia, e 980 miglia a sudest di Naha, Okinawa. Il tifone si spostava verso nordovest a 13 mph con venti sostenuti fino a 110 mph. Spostandosi in mare aperto, alle 15 GMT di venerdì esso si era portato, con il suo centro, a 16,4°N 134,8°E, con pressione centrale 944 hpa, venti sostenuti a 100 nodi e raffiche a 125, con altezza onde di 9 metri. La tempesta era classificata come tifone di categoria 3, stabile o in leggero rinforzo, ancora in movimento verso ovest-nordovest.
Per le 12 GMT di sabato 23 le previsioni “vedevano” il tifone centrato a 18,5°N 129,3°E, ancora di categoria 3, con venti sostenuti a 100 nodi. Alle 12 GMT di domenica 24 ottobre si prevede un lieve indebolimento (categoria 2, venti a 90 nodi), con centro a 20,8°N 124,1°E. Lunedì 25 sarebbe il giorno del landfall su Taiwan, con il centro a 24,1°N 122,5°E alle 12 GMT.
Come detto da questo punto in poi le previsioni diventano meno affidabili. Allo stato attuale parrebbe che, dopo il passaggio a Taiwan, la tempesta venga “agganciata” dalle correnti occidentali, iniziando a spostarsi verso nordest, portandosi così il 26 sulle isole Ryukyu e mercoledì 27 sul sudovest del Giappone, probabilmente indebolita a “tropical storm”, ma con venti comunque sui 55 nodi e piogge molto intensi sui versanti esposti (come sempre in questi casi “pesa” molto l’orografia).