Sul Giappone occidentale si fanno i conti con le devastazioni generate dal tifone “Talas” il più letale che si sia avuto dall’ottobre 2004 quando era stato “Tokage” a fare quasi 100 vittime. Un bilancio provvisorio parla di 46 vittime ed oltre 50 dispersi, anche se la portata del disastro è davvero di grande portata con almeno mezzo milione di persone evacuate a seguito della tracimazione dei fiumi che hanno causato allagamenti e frane distruttive, soprattutto nelle prefetture di Nara e Wakayama. Alcune scende di devastazione rammentano quelle del gigantesco tsunami dello scorso 11 marzo, che aveva colpito le aree di nord-est.
Si sono toccati livelli di piovosità record: la stazione di Kamikitayama ha registrato ben 1652.5 mm di pioggia in un arco di 72 ore, livello da record in Giappone che equivale, pensate un po’, alle precipitazioni medie che cadono in circa un anno a Tokio ed in ben 3 anni a Parigi. In totale sono stati oltre 1800 i millimetri caduti, ma in alcune zone si stimano punte complessive di oltre 2000 mm. Tra sabato e domenica la fase acuta del diluvio torrenziale: in poco più di 24 ore, caduti 670 mm ad Owase, 463 mm a Nikko, 228 mm a Yokkaichi, 200 mm a Tokushima e 191 mm a Yonago.
Una violenta tempesta di vento ha investito nelle ultime 24 ore diverse zone del Nord Europa, generata dal fortissimo gradiente barico (differenza di pressione) registrato fra il cuore della depressione britannica (valori fino a 976 hPa) ed i massimi di pressione sulle coste settentrionali iberiche, ove si misurano ben 1025 hPa. Le raffiche di vento più violente si sono misurate sulle cime delle Highlands, in Scozia, dove si sono sfiorati i 150 km/h. Burrasche di vento anche a quote più basse, fino in pianura: in Galles, nelle località di Capel Curig e Mumbles si sono toccati i 111 km/h, mentre ad Aberdaron ci si è fermati a 106 km/h. Colpita anche la Germania: picco di 119 km/h al Faro di Alte Weser , mentre in montagna oltre i 1000 metri si sono registrati ben 148 km/h a Brocken e 115 km/h alla Foresta Nera.
Intense precipitazioni hanno investito la Svizzera tra la giornata di domenica ed il primo mattino di lunedì. Il picco di piovosità si è avuto a Locarno-Magadino, nel Ticino, con 76,5 litri d’acqua per metro quadrato. Segue Robiei, nel nord del Ticino, dove fino alle 7 del mattino di lunedì 5 settembre sono caduti 75.7 mm di pioggia. Sul Plateau, nel canton Berna è stata Wynau la più piovosa con 65.4 mm di pioggia. La strada del Passo del Grimsel è stata chiusa a causa di una frana per le forti piogge vicino Guttannen.
Intanto si è chiuso l’inverno nell’Emisfero Australe: abbiamo ampiamente sottolineato a più riprese la crisi dei ghiacci artici vicini al minimo assoluto del 2007, ma di certo nemmeno l’Antartide può sorridere alle prese con forti anomalie positive nella stagione fredda. L’estremo dell’Inverno Antartico è stato quello di -80.1°C registrato lo scorso 15 giugno presso la stazione italo-francese di Concordia e nessun altra località è riuscita a far meglio. Per quanto concerne l’agosto che si è appena concluso, è stata la stazione russa di Vostok a far registrare la temperatura minima più bassa il giorno 22 con -76.2°C. Non si tratta certo di livelli così eccezionali.