Dopo il brusco calo che in poche ore ha fatto scendere l’8 settembre la pressione al centro dell’uragano Ivan da 944 a 920 hpa, ieri, 9 settembre, la forza del sistema è leggermente diminuita. Ivan è temporaneamente tornato quindi alla categoria 4, muovendo sempre dritto verso la Giamaica. Alle ore 21 del 9 settembre il centro della tempesta era a 15,0°N 72,5°W, nel Mar dei Caraibi, con pressione centrale tornata a 921 hpa, venti sostenuti a 259 km/h, raffiche a 314 km/h, altezza onde di 10 metri. La tempesta era in movimento verso ovest-nordovest a 13 km/h.
Il più potente uragano nei Caraibi negli ultimi 10 anni ha danneggiato il 90% delle abitazioni sull’isola di Grenada, nelle Antille, lo scorso mercoledì, uccidendo 13 persone, distruggendo tra l’altro una prigione in pietra del XVII secolo.
Ivan è atteso sulla Giamaica per oggi, venerdì 10, e su Cuba nel weekend, secondo le previsioni dell’ US National Hurricane Center di Miami. Si va verso l’evacuazione di turisti e residenti anche dalle Keys perché Ivan dovrebbe colpire la collana di isole a sud della Florida domenica. Siamo alla terza evacuazione in un mese, dopo quelle dovute al passaggio di Charley e Frances.
Il leader giamaicano P.J.Patterson ha invitato la popolazione a pregare, affermando mercoledì sera “Dobbiamo prepararci allo scenario peggiore; preghiamo perché Dio abbia cura di noi”.
Grenada è stata dichiarata dagli Stati Uniti zona disastrata, con l’immediato stanziamento di 50.000 dollari per le emergenze. “E’ solo un primo passo” ha dichiarato Jose Fuentes, portavoce della US Agency for International Development, con sede a Washington, che ha quattro uomini sul campo a Grenada, aggiungendo che verranno presto inviati ulteriori aiuti.
I dettagli della vastità della distruzione a Grenada sono emersi in ritardo perchè la tempesta aveva tagliato tutte le comunicazioni con l’isola e i suoi 100.000 abitanti. Il primo ministro di Grenada Keith Mitchell ha dichiarato, da una nave della British Royal Navy accorsa nella zona per prestare soccorsi, “Siamo stati devastati in modo terribile”.
Gli equipaggi di due navi della British Royal Navy giovedì hanno liberato le piste dell’aeroporto, presso la capitale St.George, danneggiate ed alluvionate da Ivan, permettendo così ai primi voli di soccorso di arrivare sull’isola, ex colonia britannica. Tuttavia nella sera di giovedì il portavoce della Royal Navy ha dichiarato da Londra che “il controllo del traffico aereo è ancora non operativo, rendendo impossibile far giungere aerei in rapida successione”.
Mitchell ha confermato la devastazione totale della prigione del XVII secolo, con conseguente fuga dei detenuti, compresi quelli condannati per omicidio in seguito agli scontri nel corso del colpo di stato del 1983, che spinse gli USA all’invasione dell’isola.
All’epoca le autorità statunitensi affermarono che l’aeroporto di Grenada si avviava a diventare una base cubano-sovietica, mentre Cuba sosteneva semplicemente che stava aiutando a costruire un aeroporto per usi civili. Negli scontri persero la vita 19 americani, 45 grenadiani e 24 cubani.
Fortemente danneggiate anche le attività agricole. La situazione nell’isola è critica anche per l’ordine pubblico, con bande di uomini armati di machete che approfittano del caos per depredare magazzini e banche, anche perché tutte le stazioni di polizia hanno subito gravi danni. La polizia ha cercato di organizzare un quartier generale provvisorio al mercato del pesce di St.George, mentre Trinidad e altre nazioni caraibiche hanno inviato truppe, su richiesta delle autorità grenadiane, per aiutare a ripristinare l’ordine.
L’uragano ha colpito con i suoi venti fortissimi e le piogge alluvionali anche parte della costa nord del Venezuela, dove un uomo di 32 anni è morto inghiottito dalle onde. A Tobago è morta una donna di 32 anni, incinta, colpita nel suo letto dalla caduta di una palma di oltre 12 metri, che ha sfondato il tetto della sua casa. Un’altra vittima nelle Barbados, una donna di 75 anni di origine canadese, trovata annegata in un canale. Pare che la donna, canadese ma residente da 30 anni alle Barbados, fosse uscita sfidando la tempesta per cercare il suo gatto.
I meteorologi del centro di Miami affermano che Ivan potrebbe investire la Giamaica con forza distruttiva maggiore di quella di Gilbert, che era “solo” di categoria 3 quando devastò l’isola nel 1988.
In Giamaica l’allerta è stato lanciato già mercoledì pomeriggio, con il contemporaneo ordine di chiusura delle scuole e l’indicazione ai pescatori affinché portassero le loro imbarcazioni a terra.
Mercoledì notte intanto la parte sudoccidentale di Haiti è stata colpita “di striscio” dalla tempesta, abbastanza perché piogge torrenziali investissero per ore la città di Les Cayes.