Dopo un esordio alquanto moderato dal punto di vista termico, sul Plateau Antartico i valori sono tornati sotto la soglia dei -70 °C. I termometri sono in discesa soprattutto alla base italo francese Concordia dove, l’11 maggio, si sono misurati -73,6 °C (dato minimo alle 1400 UTC); si tratta d’una temperatura inferiore a quella rilevata dai sensori della vicina stazione automatica americana di Dome C II dove, alle 1700 UTC dello stesso giorno, si registrava -72,2 °C.
Alla base russa Vostok il 10 maggio si sono toccati i -71,2 °C (dato sinottico, 1200 UTC), mentre la stazione automatica australiana di Dome Argus (4.084 m di quota) ha fatto segnare -71,0 °C (dato sinottico, 0500 UTC). Alla base americana Amundsen-Scott infine, che sorge al Polo Sud geografico, la temperatura minima di maggio è stata raggiunta il giorno 8 con -65,4 °C.
Non si tratta di valori assoluti eclatanti, poiché gli estremi storici si pongono su livelli ben inferiori: a Concordia, per esempio, il 21 maggio 2006 si arrivò a -79,4 °C mentre a Vostok il 20 maggio 1995 si andò a -80,6 °C. Anche le medie risultano, al momento, superiori alla norma climatica: nella prima decade Vostok ha segnato -63,1 °C (+2,7 °C rispetto alla normale di maggio) e Amundsen-Scott -57,2 °C (+1,4 °C rispetto alla normale della decade). Da notare che maggio è un mese termicamente particolare: pur essendo ormai nel pieno dell’inverno antartico, la curva delle temperature subisce un appiattimento e una risalita, come mostra il quadro delle normali di Amundsen-Scott:
1-10 maggio -58,6 °C
11-20 maggio -58,1 °C
21-31 maggio -57,8 °C
Ciò è connesso con l’andamento della Semi Annual Oscillation (SAO), il meccanismo barico che produce lo scambio termico fra alte e basse latitudini, e che proprio tra la seconda metà di maggio e giugno esplica i suoi effetti maggiori: tant’è che, in modo ancor più pronunciato, si riflettono sulle medie pluriennali di Vostok, dove maggio (-65,8 °C) risulta più freddo del mese successivo (-65,1 °C).