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Con lo zonda massime oltre i 40°C ai piedi delle Ande argentine

di Giovanni Staiano
04 Nov 2004 - 21:16
in Senza categoria
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Le immagini mostrano la situazione a 700 hpa tra il nord di Cile e Argentina e l'Uruguay alle 0 GMT del 2 e del 3 novembre. Nella carta del 2 si notano le isoipse molto fitte, segno di intensi venti di zonda, nella zona andina e subandina, in quella del 3 è ben evidente la depressione formatasi sull'Uruguay. Fonte immagini https://weather.uwyo.edu.
con lo zonda massime oltre i 40c ai piedi delle ande argentine 1700 1 2 - Con lo zonda massime oltre i 40°C ai piedi delle Ande argentine
E’ primavera in Argentina, ma nei giorni scorsi la mitezza della stagione intermedia è stata cancellata, in molte zone del paese, da roventi calori estivi.

Buenos Aires lunedì 1 novembre ha vissuto una giornata più estiva che primaverile, con massima oltre i 30°C, e la stessa cosa è accaduta martedì 2 (massima 30,3°C), ma temperature al di sopra della media vi sono state in buona parte dell’Argentina centro-settentrionale e in Uruguay. I “picchi” di caldo più intensi si sono registrati nelle città argentine ai piedi delle Ande, battute dallo zonda, il foehn andino. Alcune massime del 2 novembre: Cordoba 40,2°C (media 26°C, battuto il record di 39°C), La Rioja 41,8°C, Santiago del Estero 41,5°C (media 30°C, record 43°C), Tucuman 40,0°C (media 28°C, record 40°C), Catamarca 42,7°C. A 850 hpa, Cordoba aveva 20,8°C alle 12 GMT del 2 novembre.

Lo zonda è un vento da nordovest, che normalmente precede il transito di figure depressionarie in movimento dal Pacifico verso il Sudamerica. Già caldo in origine, questo vento, che a emisferi invertiti potremmo paragonare al nostro libeccio, lascia la sua umidità sul versante cileno per poi scendere secco lungo i pendii del versante orientale delle Ande, quello argentino, riscaldandosi fortemente per effetto favonico.

Pensiamo, per continuare il paragone “nostrano”, al libeccio che porta le piogge sui versanti tirrenici dell’Appennino e scende caldo come “garbino” su quello Adriatico, ma senza dimenticare che le Ande sono molto più alte dell’Appennino, per cui non deve stupire che in occasione di “eventi zonda” intensi città come Mendoza (che per la cronaca in questo caso si à fermata a poco meno di 35°C, valore comunque notevole) o Santiago del Estero possano superare i 30°C in pieno inverno (senza parlare di quelle più vicine alla fascia tropicale, ovviamente ancora più calde).

La carta a 700 hpa delle 12 GMT del 2 novembre ci mostra una situazione estremamente favorevole a un episodio notevole di zonda, con la pressione bassa sull’Argentina meridionale e le isoipse molto ravvicinate soprattutto nella fascia centrale del paese, quella delle “pampas”. Si nota anche il differenziale di pressione tra i due versanti, evidente soprattutto nel nord del paese, tipico di queste situazioni in cui l’orografia gioca un ruolo essenziale (pensiamo ai minimi orografici sul nord Italia quando c’è stau sul versante nordalpino e foehn sulla Pianura Padana). Tornando alla carta che stiamo commentando, è evidente anche il riscaldamento che la massa d’aria subisce gettandosi verso le pampas. Vediamo che nelle pianure a nordovest di Buenos Aires si superano i 10°C a 700 hpa (circa 3100 metri) già intorno al 33°-34° parallelo sud.

Nella zona del Rio de La Plata, tra Argentina e Uruguay (sul Rio si affacciano entrambe le capitali), alle 0 GMT del 2 novembre è presente un flusso teso di correnti da NW in seno al quale non si notano segnali che facciano pensare a maltempo, al di la della presenza del vento caldo.

Se guardiamo però la carta, alla stessa quota, 24 ore dopo, alle 0 GMT del 3 novembre, notiamo che con l’allontanarsi della depressione principale verso levante le correnti, ora più da WNW che da NW, sul settore andino si sono attenuate, lasciando ancora condizioni favorevoli a caldo intenso sulle pampas e più a nord, verso i confini con Bolivia e Paraguay (si raggiungono addirittura i 15°C a 700 hpa).

Si nota poi la presenza di una depressione secondaria sull’Uruguay orientale, depressione che 12 ore prima si era già formata ma era piazzata nel centro del paese. E’stata questa depressione a dare origine alle piogge intense, anche a carattere temporalesco, che hanno interessato, fra la sera del 2 novembre e la mattina del 3, ora locale, un po’ tutto l’Uruguay e le regioni argentine di confine. Gli accumuli più significativi sono stati i seguenti: Rivera 75 mm, Salto 67 (la media pluviometrica di novembre è 110 mm), Paranà 66, Concordia 57, Rosario 56.

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