Quest’anno pare iniziare in anticipo il freddo sulle zone della Siberia centro-settentrionali.
Mentre sulla Russia europea stanno soffiando venti piuttosto miti provenienti dal Mar Nero, grazie alla presenza di un minimo depressionario ad est degli Urali, venti freddi artici stanno invece battendo la parte centrale asiatica, tanto che si è formato al suolo un primo accenno di Anticiclone Russo.
E si tratta proprio del vecchio, caro Anticiclone Russo, causato dal freddo al suolo, e non di un Anticiclone di origine dinamica, in quanto in quota è sovrastato da una circolazione depressionaria.
Così, vediamo una stazione degli Urali settentrionali, come Pechora, segnalare +10°C a 1443 metri di altezza, e più a meridione, la stazione di rilevamento di Orenburg, appena a nord del Caspio, segnalare addirittura +18°C a 1553 metri di quota.
Entrambe le stazioni presentano venti forti da sud, temperature ancora più che estive, per quelle zone.
Ma, se ci spostiamo verso est, lo scenario cambia completamente.
A Tura, nella Siberia centrale, la temperatura ad 850 hPa è scesa fino a -11°C, con venti forti da nord est, mentre attualmente il freddo maggiore, a circa 1350 metri di altezza, lo si ritrova a Tiksi, sulla costa artica, con -12°C.
Anche la mappa delle anomalie termiche superficiali ci segnala la presenza di temperature di circa 10; 12°C inferiori alla norma sulla Siberia centrale, in corrispondenza del neonato Anticiclone Russo.
Si tratta solo di una fase temporanea, oppure dell’instaurarsi precoce di un Anticiclone in grado di condizionare il clima invernale forse anche sul nostro Continente?
Nessuno può dirlo, anche se la statistica ci dice che solitamente il gelo precoce sulle regioni russe è spesso associato a stagioni particolarmente rigide.
Comunque, l’attuale fase va segnalata, in quanto ci sembra essere di buon augurio per un inverno precocemente freddo!