Le temperature molto basse combinate con il forte vento stanno facendo diventare questa poderosa ondata di freddo una delle maggiori, se non la maggiore, degli ultimi vent’anni in diverse zone degli Stati Uniti. Scuole e uffici pubblici chiusi, trasporti nel caos, sono alcune delle conseguenze di questa ondata di gelo.
E’ bene chiarire però che le temperature, pur rigidissime, non sono da record, semmai oggi sono stati battuti solo alcuni record di giornata, cioè relativi al 7 gennaio, ma nessun record mensile né tanto meno assoluto.
Ciò che è particolarmente pericoloso per la popolazione è l’abbinamento di queste rigide temperature con il vento, che fa percepire al corpo umano un freddo maggiore di quello misurato dal termometro.
Negli Stati Uniti la distinzione tra temperatura reale e percepita è molto chiara alla popolazione, perché testate giornalistiche (su carta e online), radio e tv sono molto attente a fornire un’informazione corretta. In Italia purtroppo si fa una gran confusione coi termini, pertanto si diffondono leggende su fantomatici -50 gradi a Chicago o -53 gradi nel Montana. E in qualche TG pubblico nazionale si afferma persino che “nei prossimi giorni andrà sempre peggio, il freddo è destinato ad aumentare”.
La realtà è un po’ diversa dalla fantasie nazionalpopolari, l’ondata di freddo avrà un decorso piuttosto rapido e già nel fine settimana, se le previsioni non si riveleranno fallaci, la maggior parte delle zone colpite avrà temperature di 20 o 30 gradi superiori a quelle attuali. Così come i -50 gradi non sono stati nemmeno avvicinati. Ha fatto anzi più freddo la scorsa settimana, quando a International Falls, nel nord del Minnesota, si sono toccati -41,7°C.
Ma freddo ne è venuto e molto, soprattutto se consideriamo le tempeste di vento che hanno accompagnato le temperature reali. Di solito si utilizza il windchill per stabilire quanto freddo percepisce il corpo umano, ma non è l’unico indice utilizzato. Per esempio il noto sito americano accuweather utilizza un proprio indice, l’AccuWeather RealFeel Temperature, che oltre al vento, combina con la temperatura anche l’umidità, la nuvolosità, l’intensità e l’incidenza del sole. Questo ci fa però capire quanto solo la temperatura reale sia un dato fisico oggettivo, il resto soltanto derivati con un preciso scopo di utilizzo in ambito bioclimatico.
Il freddo, come dicevamo, non è comunque mancato, anche senza ricalcolarlo in modo più o meno strambo. Sempre accuweather fa infatti la lista dei record di giornata battuti, ovvero quelli relativi al solo 7 gennaio di cui ne riportiamo alcuni di seguito.
New York Central Park con -15,6°C batte il record di -14,4°C stabilito nel 1896.
Philadelphia con -15,6°C batte i -13,9°C del 1988.
Baltimora con -16,1°C batte i -13,1°C del 1988.
Raleigh con -12,8°C batte i -9,4°C del 1988.
Atlanta con -14,4°C batte i -12,2°C del 1970.
Tutte queste città hanno record assoluti di temperatura più bassa inferiori ai -20°C.