Com’è tipico del clima antartico, a forti abbassamenti della temperatura possono fare seguito altrettanto repentini rialzi, specie quando lo strato di inversione termica, quello che dà luogo ai valori più estremi, viene distrutto da correnti che rimescolano i bassi strati atmosferici. Nei giorni passati gran parte del Plateau Antartico è stato interessato da queste dinamiche. Alla base russa Vostok, l’andamento delle minime è stato il seguente:
7 giugno -74,3 °C
8 giugno -78,0 °C
9 giugno -79,0 °C
Nei giorni successivi le temperature si sono assestate intorno ai -70 °C per poi schizzare, il 13 giugno, sino a una massima di -48,1 °C. Analoga evoluzione alla base italo francese Concordia, come mostra il quadro delle minime (dati forniti da Laura Genoni, comunicazione personale, 13 giugno 2009):
11 giugno -73,5 °C
12 giugno -74,4 °C
Il 13 giugno si è però andati in controtendenza, tant’è che le rilevazioni sinottiche hanno mostrato il trend seguente (dati GTS):
00Z -65,9 °C
06Z -60,0 °C
12Z -52,1 °C
18Z -48,7 °C
Alle 00Z del 14 giugno si sono poi toccati i -43,9 °C: non molto lontani dai -37,8 °C del 16 giugno 2005 che, in mancanza d’una serie statistica completa, rappresentano una delle temperature più elevate raggiunte nel mese. Il dato di Concordia trova riscontro anche alla stazione automatica americana Dome C II, che sorge a poche decine di chilometri di distanza: alle 2110 UTC del 13 giugno infatti, i sensori hanno misurato -41,2 °C.
Mentre sul Plateau Antartico si archiviavano queste massime, le minime sono scese parecchio dapprima sul Mare di Ross, dove la base americana McMurdo ha fatto segnare i dati seguenti:
12 giugno -39,1 °C
13 giugno -37,1 °C
Poi sul Mare di Weddell, dove alla base inglese Halley le temperature sono tuttora in calo:
13 giugno -34,0 °C
14 giugno -42,1 °C alle 12Z
Per la cronaca, ad Halley il 20 giugno dello scorso anno si raggiunsero i -49,7 °C.