Quali collegamenti esistono fra l’andamento meteo climatico antartico e quello dell’emisfero australe? C’è un rapporto fra questo inverno, eccezionalmente freddo e nevoso in molte località del Sud America, Sud Africa e Nuova Zelanda, con le condizioni termiche che hanno dominato l’Antartide negli ultimi mesi? Senza entrare in dettagli che competono ai fisici dell’atmosfera, si riassumono alcuni dati atti a fornire un quadro della situazione.
In un’informazione speciale del Servicio Meteorológico Nacional, sono elencate le stazioni argentine che, fra il 6 e l’11 luglio, hanno archiviato la temperatura minima più bassa della loro storia. Nel quadro che segue, in ultima colonna è riportato il record precedente:
Coronel Suárez -13,5 °C -11,0 °C (11 agosto 1949)
Coronel Pringles -12,0 °C -11,8 °C (14 giugno 2005)
Benito Juárez -8,7 °C -8,6 °C (29 giugno 1995)
Río Cuarto -10,6 °C -9,5 °C (9 agosto 1936)
Chapelco -19,9 °C -14,0 °C (10 agosto 1991)
Villa Reynolds -14,6 °C -14,4 °C (6 luglio 1989)
Reconquista -6,0 °C -4,6 °C (11 luglio 1988)
Il sommario successivo, invece, riguarda le stazioni che hanno superato il record di luglio:
Olavarría -8,4 °C -8,3 °C (18 luglio 1995)
Mendoza -6,0 °C -5,7 °C (1 luglio 1970)
Neuquén -11,4 °C -11,0 °C (15 luglio 1962)
Parlare di eccezionalità non è fuori luogo se, a Río Cuarto, è caduto un limite che resisteva da 71 anni; in questa stessa località, nel periodo considerato, la massima è stata di -0,4 °C contro un valore di 1,6 °C quale massima più bassa registrata nel mese (il 29 luglio 1931).
Rimanendo in Argentina, il 9 luglio a Buenos Aires è caduta la neve: un evento che non si verificava dal luglio 1928. In alcune località si è registrata la prima nevicata da quando esiste una stazione di rilevamento meteorologico (tra parentesi, l’anno di entrata in funzione della stazione):
Chamical (1962)
El Palomar (1959)
Punta Indio (1959)
La Plata (1959)
Aeroparque (1959)
Quello tra il 6 e l’11 luglio in Argentina è stato un episodio di grande freddo, nel quadro d’una stagione dominata dalle correnti antartiche che, come detto, stanno caratterizzando gran parte delle medie latitudini dell’emisfero australe. Questo intenso scambio termico nord / sud ha portato a un innalzamento delle temperature medie di buona parte del Plateau Antartico. Ad Amundsen-Scott, la base americana al Polo Sud geografico, maggio ha comportato uno scarto dalla normale di +3,0 °C mentre giugno, addirittura, di +6,7 °C; luglio, infine, si prospetta a circa +1,5 °C sulla normale. Più eclatante il caso della base russa Vostok, dove l’anomalia termica positiva dura da cinque mesi; ecco il quadro degli scarti dalla normale, con la proiezione di quello che dovrebbe essere luglio:
Marzo +1,0 °C
Aprile +2,8 °C
Maggio +6,6 °C
Giugno +5,8 °C
Luglio +2,4 °C
Scendendo nel dettaglio, occorre soffermarsi sull’eccezionalità di Vostok: maggio e giugno hanno, entrambi, segnato un record di caldo. Il maggio 2007 con -59,2 °C per la seconda volta dal 1958 è rimasto sopra ai -60 °C di media, superando il precedente -59,4 °C del 2002; analoga constatazione per il giugno 2007 che con -59,3 °C è andato al di sopra dei -59,7 °C registrati nel 1987. Ad Amundsen-Scott invece, è stato giugno a far segnare il record: con -51,7 °C ha battuto il -52,6 °C del 1965. Le continue avvezioni inoltre, hanno impedito al termometro di scendere sui valori tipici del periodo: dal 17 aprile infatti, la base del Polo Sud non raggiunge i -70 °C. Si tratta (fino al 29 luglio) di 103 giorni che, nel cuore del semestre freddo, eguagliano il precedente del 1977: quell’anno, infatti, si toccarono i -72,2 °C il 2 maggio e poi si rimase sopra tale soglia sino al 13 agosto (103 giorni, appunto), quando la temperatura si riportò a -70,6 °C. Visto l’andamento, tuttavia, è ormai certo che il 2007 stabilirà un primato anche in questo caso.