Anche se il record del 2010 resta lontano, l’inverno 2015 alla base italo francese Concordia (3.233 m) è comunque rilevante per numero di temperature minime inferiori ai -80 °C. Da maggio, sono 6 le occasioni in cui i sensori hanno certificato il superamento della soglia. Le ultime il 20 agosto (-80,1 °C alle 1747 UTC) e il 21 agosto (-80,8 °C alle 1056 UTC). Cinque anni fa tuttavia, tra il 20 maggio (-80,8 °C) e il 19 agosto (-81,0 °C), le minime furono 15.
Anche alla base russa Vostok (3.488 m) il 21 agosto, giorno in cui il sole torna sopra l’orizzonte, si sono raggiunti i -81,2 °C sfiorando il limite stagionale del Plateau Antartico. Il valore non è tuttavia definitivo, perché la trasmissione dei dati russi è parziale: fra le 00Z e le 12Z viene comunicata la massima della prima parte del giorno, fra le 12Z e le 00Z successive la minima della seconda parte. Se la temperatura più bassa viene toccata prima delle 12Z quindi, nei dati satellitari non compare e per il valore definitivo occorre attendere la pubblicazione del “Quarterly Bulletin” curato dall’Arctic and Antarctic Research Institute di San Pietroburgo, che avverrà tra circa un anno.
Da rimarcare, infine, il freddo che sta contraddistinguendo la stagione al Polo Sud geografico. Alla base americana Amundsen-Scott (2.836 m) il semestre invernale sta facendo segnare una media vicina a quella registrata nel 2012, che fu di -60,0 °C. Non sarà raggiunta, perché l’aprile 2015 (-55,8 °C) ha avuto uno scarto positivo rispetto alla norma, mentre l’aprile 2012 (-59,5 °C) segnò -2,1 °C sul riferimento storico. Ma dopo un biennio di caldo anomalo, col record stabilito nell’inverno 2013 (-56,0 °C), si tratta di un’inversione di tendenza che va sottolineata.
Nota – Data and information were obtained from IPEV/PNRA Project Routine Meteorological Observation at Station Concordia – www.climantartide.it.