In accordo col tipico raffreddamento che si realizza nei giorni dell’equinozio e con l’andamento delle altre stazioni del plateau antartico (vedi https://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=10588), in poche ore la temperatura della base Amundsen-Scott è scivolata sotto i -60 °C. Il quadro riassuntivo dei principali siti, aggiornato alle 1800 GMT del 18 marzo, è il seguente (massime in seconda colonna):
Dome C II (Aws) -61,4 °C -45,6 °C
Dome Fuji (Aws) -62,0 °C -46,2 °C
Relay Station (Aws) -57,1 °C -47,2 °C
Henry (Aws) -58,2 °C -56,8 °C
Nico (Aws) -59,9 °C -55,9 °C
Vostok -64,4 °C -57,4 °C
Amundsen-Scott -61,1 °C -57,4 °C
Henry e Nico sono stazioni automatiche ubicate a un centinaio di chilometri dal Polo Sud: il che conferma come, in tutta quell’area, sia in atto una discesa termica. Per completezza di informazione relativa alle temperature minime del 17 marzo invece (vedi articolo citato), va detto che alle 1924 GMT il valore di Dome Fuji si è fermato a -62,4 °C.
Per quanto riguarda il dato statistico del 18 marzo ad Amundsen-Scott (archivio 1957-’97), i -61,1 °C stanno a -3,2 °C rispetto alla media delle minime, mentre i -57,4 °C sono a -6,6 °C dalla media delle massime. Il calendario annuo inoltre, indica il primo valore sotto i -60 °C mediamente il 22 marzo, ovvero due giorni dopo l’equinozio.