Le inondazioni che hanno sconvolto le nazioni balcaniche, con riferimento soprattutto a Serbia e Bosnia, sarebbero le peggiori da 120 anni, cioè da quando esistono le serie statistiche di dati: in appena 72 ore si è abbattuta una pioggia che normalmente cade nell’arco di quasi 4 mesi. Inevitabilmente fiumi, torrenti e laghi non hanno retto, invadendo con inondazioni assolutamente devastanti città, campagne e villaggi. Il bilancio è pesante, le vittime accertate sarebbero più di 20, ma si tratta purtroppo di una conta desintata a crescere. Si sta muovendo nel frattempo la Comunità Internazionale, per spedire soccorsi ed aiuti alle popolazioni colpite. Fortunatamente le condizioni meteo dovrebbero migliorare nei prossimi giorni.
La situazione è ancora di gravissima emergenza: basti pensare che solo questa mattina sei cadaveri, non ancora identificati, sono stati trovati a Doboj, città della Bosnia Centrale, dopo che le acque, hanno cominciato a ritirarsi. Il bilancio delle vittime delle inondazioni in Bosnia è salito a 11 e la piena del fiume Sava è tuttora incontrollata, con gli argini che hanno ceduto in varie zone della parte nord della Bosnia, anche sulla città di Bijeljina. Nel contempo migliaia e migliaia di persone sono state tratte in salvo, ma molte si trovano ancora intrappolate in posti tuttora irraggiungibili per l’acqua ed il fango. Anche in Serbia si contano una decina di vittime, molti sono stati evacuati dai soldati con l’aiuto di elicotteri e piccole imbarcazioni.