L’aggettivo eccezionale viene spesso usato a sproposito dai media per descrivere eventi meteorologici estremi, magari inusuali, ma aventi comunque tempi di ritorno dell’ordine di qualche decina di anni e quindi non definibili “eccezionali” o “senza precedenti”. Talvolta, il ricorso al termine eccezionale è mirato a colpire maggiormente l’attenzione dell’utente, lettore o ascoltatore, a seconda che si parli di carta stampata o di televisione, altre torna comodo per coprire eventuali responsabilità di danni alle infrastrutture e/o alle popolazioni, l’eccezionalità e quindi la non prevedibilità di un evento calamitoso è una scusa perfetta per scaricare responsabilità di incuria nella gestione del territorio o di mancati investimenti per una migliore messa in sicurezza dello stesso.
Le piogge che hanno interessato la Cumbria, nel nordovest dell’Inghilterra, nella seconda decade del novembre 2009, sono però state veramente eccezionali, anzi senza precedenti, visto che sono stati stabiliti dei record assoluti di pioggia per il Regno Unito.
Le piogge sono state intense e persistenti. Per diversi giorni consecutivi la regione è stata interessata da un flusso di aria mite e molto umida proveniente dalle tiepide acque dell’Atlantico, a latitudini subtropicali. Questi flussi d’aria mite e umida sono frequenti in Regno Unito, specialmente in autunno e inverno, e sono conosciute nel gergo dei meteorologi britannici come “warm conveyors”.
Per avere piogge eccezionali occorre però una rara coincidenza di fattori e questa si è verificata in particolare tra mercoledì 18 e venerdì 20 novembre sulla regione del Lake District, ovvero quella parte della Cumbria situata alla pendici occidentali delle Cumbrian Mountains.
Il primo fattore è stata la provenienza del flusso, originatosi a latitudine molto meridionale, a sud delle Azzorre, dove le acque dell’Oceano sono molto calde. Acque più calde significano maggiore evaporazione e aria in contatto con l’Oceano a sua volta calda e umida. Come è noto, la capacità di una massa d’aria di contenere vapore aumenta con la sua temperatura, quindi un flusso atlantico originatosi a latitudini subtropicali trasporta verso le Isole Britanniche una quantità di vapore superiore a un flusso ugualmente di provenienza atlantica, ma originatosi a latitudini temperate, intorno ai 40°N, e quindi più fresco. Secondo i meteorologi britannici, negli ultimi 30 anni, si contano sulle dita di una mano i flussi atlantici di provenienza così meridionale come quello del 18-20 novembre 2009.
Le temperature dell’Atlantico nella regione in cui si è originato il flusso responsabile delle piogge alluvionali, inoltre, erano 2°-3°C superiori a quelle medie di novembre, in questo modo incrementando ulteriormente la capacità della massa d’aria di contenere vapore. Questo è forse il solo aspetto dell’evento alluvionale che potrebbe essere in qualche modo fatto risalire al Global Warming, ma va anche detto che, al contrario della sua parte subtropicale, gran parte del nord Atlantico ha avuto per gran parte del mese di novembre temperature inferiori alla media.
Venti insolitamente forti hanno trasportato velocemente l’aria calda e umida verso il Regno Unito con conseguenti scarse variazioni delle caratteristiche della massa d’aria nel passaggio sopra le acque più fresche che circondano le Isole Britanniche. I venti hanno anche costantemente favorito il reintegro di vapore alla massa d’aria. In effetti, più forte è il flusso, più è potenzialmente favorevole a produrre piogge intense.
Un ulteriore fattore che ha favorito gli elevati accumuli di pioggia è stata la stazionarietà della situazione. Il “warm conveyor” ha avuto come obiettivo proprio la Cumbria per circa 34 ore consecutive. Su questa regione, quindi, in tutto il periodo indicato ha continuato a giungere aria molto calda e ricca di umidità, con conseguenti piogge molto persistenti, particolarmente intense, come vedremo meglio, dove sono state favorite da fattori orografici. Anche Snowdonia, Galloway e Dumfriesshire sono state colpite da piogge intense, ma in queste regioni le precipitazioni sono state molto meno prolungate.
La geografia della Cumbria favorisce accumuli precipitativi molto elevati in situazioni di maltempo per flussi umidi sudoccidentali, dal momento che l’aria tiepida e umida che giunge sulla regione, costretta a sollevamento orografico per la presenza dei rilievi (che sfiorano i 1000 metri), si raffredda, con conseguente condensazione del vapore contenuto in nubi e piogge. Il Lake District, la regione della Cumbria ai piedi del versante occidentale della Cumbrian Mountains, è quindi una delle regioni più piovose di tutto il Regno Unito. Seathwaite è anzi la località abitata più piovosa del paese, con una media di 3400 mm/anno (periodo di riferimento 1971-2000).
Tradizionalmente, in Regno Unito, le piogge giornaliere venivano misurate, nelle stazioni manuali, facendo riferimento alle 9 del mattino come inizio della giornata, usanza che vige ancora oggi anche se naturalmente le stazioni automatiche permettono con facilità di valutare le precipitazioni in qualsiasi intervallo di tempo. A Seathwaite, nelle 24 ore comprese tra le 9 am di lunedì 16 e la stessa ora di martedì 17 novembre, sono caduti 39 mm di pioggia, tra le 9 di martedì e le 9 di mercoledì 61 mm, poi è iniziato il diluvio. Tra le 9 di mercoledì 18 e la stessa ora di giovedì 19 novembre, sono stati registrati 143 mm di pioggia, tra le 9 di giovedì 19 e la stessa ora di venerdì 20 ulteriori 247 mm. In totale, 490 mm in 96 ore.
L’evento alluvionale vero e proprio si è concretizzato per le piogge intensissime cadute tra le 20 di mercoledì 18 e le 6 di venerdì 20, 34 ore in cui sono caduti ben 378 mm di pioggia. In questo periodo, i livelli dei fiumi già ingrossati dalle piogge dei giorni precedenti sono saliti rapidamente ai limiti di guardia. Con il proseguire delle precipitazioni, i corsi d’acqua sono infine usciti dagli argini in più punti, inondando paesi e campagne, soprattutto in corrispondenza delle confluenze tra corsi d’acqua, come a Cockermouth.
I grandi eventi alluvionali del Regno Unito possono avere diverse origini, a seconda della loro intensità, della durata dell’evento precipitativo e dell’estensione geografica. Gli eventi come quello registrato pochi giorni fa in Cumbria sono associati a precipitazioni prolungate, da 24 a 72 ore. Genesi simile ebbe l’alluvione di Carlisle nel 2005 e quella della Conwy Valley nel 2004. Diverso è il caso delle alluvioni lampo (flash floodings), collegate a eventi della durata di poche ore, massimo 12, che producono alluvioni devastanti su bacini fluviali di estensione limitata e spesso a regime torrentizio. Un caso recente di “flash flooding” è stato quello di Boscastle, in Cornovaglia, nell’estate 2004. Per fare un paio di esempi italiani possiamo citare, come appartenenti a questa categoria, l’alluvione dell’alta Versilia del giugno 1996 e quella del messinese dell’ottobre 2009.
Vi sono poi gli eventi dovuti a piogge intense diffuse e distribuite su lunghi periodi di tempo, anche settimane, che, talvolta con il contributo aggiuntivo della fusione delle nevi, portano alle piene ed eventualmente alla tracimazione dei grandi fiumi (Tamigi, Severn, Trent), piene che si realizzano non con una crescita impetuosa della portata ma con un incremento graduale della stessa e con un altrettanto lento rientro alla normalità. Di quest’ultimo tipo sono stati, in Gran Bretagna, gli eventi alluvionali dell’estate 2007 e dell’autunno 2000, andando indietro nel tempo troviamo le alluvioni dell’estate 1968, della primavera del 1947, dell’autunno 1894.
Durante l’evento piovoso di Seathwaite, il picco su 24 ore è stato di 316 mm (189 mm il picco su 12 ore), mentre come abbiamo visto, considerando le giornate, ai fini della pioggia caduta, al riferimento tradizionale dalle 9 alle 9 del giorno seguente, abbiamo avuto i 247 mm tra le 9 di giovedì 19 e la stessa ora di venerdì 20 novembre. Resta da stabilire se considerare i 316 mm come record sulle 24 ore. E’ più facile battere record di pioggia scegliendo l’orario di inizio del periodo di 24 ore, visto che solo da una ventina d’anni vi è una adeguata rete di stazioni automatiche nel Regno Unito capaci di registrare le piogge ora per ora. Possiamo dire che questi 316 mm sono in effetti il massimo accumulo su 24 ore mai misurato, ma allo stesso tempo considerare ancora record nazionale, per la misura “dalle 9 alle 9”, i 279 mm caduti tra le 9 del mattino del 18 luglio e la stessa ora del 19 luglio 1955 a Martinstown, nel Dorset. In quell’occasione, si trattò di un evento di pioggia con intensità tipicamente tropicale, visto che i 279 mm caddero in sole 10 ore.
Oltre a Seathwaite, vediamo qualche altro accumulo dell’evento. Sempre in Cumbria, a Keswick, tra le 18 di martedì 17 e la stessa ora di venerdì 20, sono caduti 185 mm di pioggia (99 tra le 18 di mercoledì e la stessa ora di giovedì), a Shap 199 (104 in 24 ore). In Snowdonia, nel nord del Galles, nelle stesse 72 ore, 142 mm a Capel Curig. Nel sud della Scozia, 138 mm a Eskdalemuir.
L’alluvione in Cumbria ha causato una vittima, un poliziotto di 44 anni finito nelle acque di un fiume in piena per il crollo di un ponte a Workington. Il poliziotto era impegnato a deviare il traffico dal ponte, il cui transito era stato chiuso appunto per la piena, quando è accaduta la tragedia.
Cockermouth, come già accennato, è stata la località più colpita, con l’acqua che ha raggiunto i 2,5 metri di altezza nelle strade e nelle case e oltre 200 persone che hanno dovuto essere soccorse, molte da elicotteri della RAF. Circa 1200 case nell’area di Cockermouth e 350 intorno a Keswick sono rimaste senza corrente la notte di giovedì 19 novembre. Le scuole nella regione sono rimaste chiuse e molte sono state adattate temporaneamente a ricovero per gli evacuati.