Nel freddo intenso della notte tra martedì 23 e mercoledì 24 novembre, la pressione al suolo ha raggiunto valori insolitamente elevati nel “cuore” dell’anticiclone termico situato sulla Mongolia. La pressione, corretta al livello del mare, è salita fino a oltre 1075 hpa. Hahn, situata in un’ alta, ampia conca, presso il confine con la Russia, ha registrato un valore di 1077 hpa, accompagnato a una temperatura di -26°C. Alle 18 GMT di martedì 23 novembre, già notte fonda in Mongolia, questi alcuni altri valori di pressione registrati: Tosontsengel (m 1723) 1076 hpa, Rinchinlhumbe (m 1583) 1074, Gaiuut (m 2125) 1071, Tarialan 1071, Hatgal 1070, Bayanbulag (m 2255) 1070. 6 ore dopo, all’alba (ora locale) di mercoledì 24, questi i valori più elevati: Rinchilhumbe 1077 hpa, Gaiuut 1075, Tarialan 1073, Bayanbulag 1072, Hujirt 1070, Hutag 1070, Hatgal 1070.
Il freddo molto intenso in Mongolia è testimoniato, per esempio, dalle temperature del 24 novembre di Ulaan Baatar (estremi -24,8°/-15,2°C) e Tosontsengel (-30,6°/-14,0°C), rispettivamente di circa 9° e 5°C più fredde rispetto alle medie del periodo. Le temperature medie di novembre di Ulaan Baatar sono, per minime e massime, -16° e -6°C.
Aggiorniamo la situazione del “polo del freddo”, la regione siberiana della Jacuzia. Mercoledì 24 novembre questi alcuni estremi termici: Verhojansk -45,2°/-41.5°, Ojmjakon (741m) -43,0°/-40.2°C, Jakutsk -28,0°/-27.5°C. Quest’ultima è stata quindi molto meno fredda della prime due, ma ha visto ancora cadere la neve (5 mm di pioggia equivalente), arrivata a uno spessore al suolo di 36 cm.
Una perturbazione in movimento verso sudest è passata sulla Cina orientale lasciando 34 mm di pioggia a Taishan, caduti in 30 ore, tra le 6 GMT di mercoledì e le 12 GMT di giovedì. Poco? Assolutamente no, visto che la media pluviometrica di novembre è di 28 mm.
Intense piogge hanno interessato vasti settori del Queensland, nel nordest dell’Australia. Tra martedì e mercoledì, per esempio, è caduta pioggia per 81 mm, in 36 ore, a Cairns, sul mare, dove la media pluviometrica di novembre è 79 mm. La stagione più piovosa nel nord dell’Australia, conosciuta localmente come “The Wet”, inizia normalmente in dicembre e raggiunge la massima intensità tra febbraio e marzo. Infatti a Cairns la media di dicembre è 188 mm, in gennaio sale a 419 mm, in febbraio a 447 mm.
Negli USA, un fronte in lento movimento ha portato piogge intense mercoledì 24 novembre sulla Georgia e gli stati vicini. La città di Rome, in Georgia, ha registrato 80 mm nelle 24 ore precedenti le 6 GMT di giovedì 24, solo 20 mm meno della media pluviometrica di novembre. Il 24 novembre caduti anche 47 mm a Jacksonville (Florida settentrionale), 39 a Montgomery (Alabama), 30 a Macon (Georgia). La perturbazione è stata segnata anche dalla formazione di alcuni tornadoes, che hanno colpito Mississippi, Louisiana e Alabama, portando gravi danni e uccidendo 4 persone. A questi tornadoes abbiamo dedicato un articolo di approfondimento.
Due mesi di piogge intense hanno messo in ginocchio molte province della Colombia. La stagione piovosa, iniziata in ottobre, è partita con parecchi giorni di piogge molto intense nei primi di ottobre ed è proseguita con rovesci torrenziali per tutto novembre. Molte fonti sostengono che questa è la peggiore stagione delle piogge da molti anni a questa parte, con alluvioni e frane che hanno ucciso almeno 19 persone, lasciandone 200.000 senza casa. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza in 8 province. Un esempio di pioggia torrenziale nel paese viene dal giorno 24 novembre nella città di Quibdo, dove sono caduti 72 mm. Si tratta comunque di una località piovosissima, con oltre 7000 mm/anno e 719 in novembre.
Forti temporali lungo la ITCZ (Inter-Tropical Convergence Zone) hanno interessato la città di Lamu, in Kenya, con 37 mm caduti in 6 ore, tra le 6 e le 12 GMT di giovedì. La media di novembre a Lamu è 33 mm.
Il maltempo nella Russia Europea e nell’Ucraina dei giorni scorsi ha lasciato i suoli innevati. Lo spostamento verso il Kazakhstan della depressione ha favorito poi da un lato la persistenza di un afflusso di aria fredda nelle steppe russe e ucraine, dall’altro il rasserenamento dei cieli. Il risultato è stata la discesa dei termometri a livelli molto bassi nelle ore notturne e del primo mattino tra mercoledì e giovedì. Per esempio la città di Nikol’sk, situata nel nordovest della Russia, all’incirca alla latitudine di Stoccolma, ha registrato una minima di -26°C alle 6 GMT di giovedì, circa 17°C in meno rispetto al valore medio delle minime, che è di -8°C. Alle 12 GMT la temperatura era salita poco, essendosi portata a -20°C. A Mosca minima -21°C, quindi 16°C più fredda rispetto alla media delle minime di novembre. Freddissima anche Kiev, capitale dell’Ucraina, con -11°C di minima (9°C sotto la media).
E’ già arrivata la prima neve a Istanbul, nel pomeriggio/sera di giovedì 25 novembre. Alle 16.20 GMT nella metropoli turca il cielo era nuvoloso, con 3°C, ma 30 minuti dopo già era in atto un debole rovescio di neve con temperatura calata a 1°C. Il rovescio è proseguito, intensificandosi, sempre con termometro fermo a 1°C, ma con windchill, alle 18.20, di -4°C, grazie alla presenza di un vento moderato (24 km/h) da WNW. Nevicate diffuse e localmente abbondanti in tutto l’entroterra del paese. All’evento nevoso di Istanbul il Meteogiornale ha dedicato un articolo di approfondimento.