L’Italia è stata interessata dal transito di un profondo ciclone che si è formato sul medio e basso Tirreno, responsabile dapprima di un eccezionale richiamo di aria calda dal deserto africano, e successivamente di forti venti e intense precipitazioni sulle regioni adriatiche ed il Sud.
Al riparo dalle intemperie è stato il Nord, sopratutto il Nord-Ovest, mentre il Nord-Est è stato in parte interessato dal richiamo di venti di bora.
Le giornate di lunedì e martedì sono state caldissime al Sud. In Sicilia si sono sfiorati i 32°C, con una punta di 31,9°C registrata a Falcone, sulla costa tirrenica messinese. Altre cittadine nella stessa zona hanno superato i 30°C. Palermo ha toccato 28°C, Pantelleria 27,8°C.
Ha fatto molto caldo anche in altre regioni del Sud. In Calabria diverse località hanno superato i 25°C, in Campania si sono toccati 24,6°C a Capo Palinuro e 23,5°C a Napoli. Valori sopra i 20°C si sono registrati in gran parte del Centro-Sud Italia ed anche, localmente, al Nord, dove si segnalano i 20,1°C di Trento.
Le città siciliane e di altre regioni del Sud si sono trasformate, tra il 22 e il 23 marzo, in città dall’atmosfera surreale densa di sabbia del deserto. In qualche caso vi sono state vere e proprie precipitazioni di sabbia.
Con lo spostamento del ciclone verso est, i venti da sud sono stati sostituiti da quelli da ovest, mentre sulle regioni del centro-nord adriatico hanno cominciato a soffiare i venti di bora, che valicando il crinale appenninico si sono trasformati in grecale sul versante tirrenico settentrionale.
Si è avuto un rapido crollo termico. In Sicilia e in altre zone del Sud le temperature pomeridiane del giorno 23 sono state tra 10 e 15 gradi inferiori a quelle del giorno precedente. Le variazioni maggiori si sono avute in alcune zone della Calabria, tra vibonese e catanzarese, dove sono giunte forti piogge e i termometri in 24 ore sono passati da oltre 25°C a meno di 10°C. Nella zona delle Serre si sono avuti fino a 75 mm di pioggia. Sulla Sila, a partire da 1700/1800 metri, da questa mattina la pioggia si è trasformata in neve.
Ma le piogge maggiori sono cadute sulla costa adriatica, e specialmente nelle Marche, dove si registrano nel fermano punte di 140 mm, con conseguenti allagamenti e esondazioni (leggi l’approfondimento).
Maltempo anche in Puglia, con piogge a carattere temporalesco che hanno colpito soprattutto il foggiano.
Dalla Romagna alla Campania la neve è tornata ad imbiancare l’Appennino a partire dai 1000 metri di quota nelle zone più settentrionali. Se l’estate tra il 21 e il 22 marzo aveva fatto visita alla Sicilia, il 23 marzo l’inverno è tornato tra Romagna e Marche, e più a sud anche in Abruzzo e Molise, con temperature massime lungo la costa attorno ai 10°C. Alcuni esempi di massime del 23 marzo: Ancona 7,9°C, Cervia e San Giovanni Teatino 9,9°C, Rimini 10,1°C, Pescara 10,7°C, Termoli 12°C. Ma ha fatto decisamente fresco anche lungo il Tirreno, con valori attorno ai 13/14°C tra Toscana e centro-nord Lazio.
In Toscana il vento di grecale ha soffiato con raffiche fino a 130 km/h in Lucchesia, mentre in Romagna la bora ha raggiunto gli 80 km/h. Praticamente niente rispetto ai 186 km/h raggiunti sulla costa della Croazia!
La primavera proseguirà all’insegna della variabilità. Il meteo pasquale sarà incerto per l’avvicinarsi di una perturbazione atlantica, che non riuscirà però a penetrare con forza nel Mediterraneo, limitandosi a causare instabilità sulle nostre regioni settentrionali e tirreniche.
Intanto, giunto ormai a una settimana dalla conclusione, il mese di marzo si sta mostrando come quello più vicino alle medie climatiche di lungo periodo a partire dallo scorso ottobre. La grande anomalia termica positiva che è durata per tutto l’inverno, nonostante la breve fiammata africana degli ultimi giorni, sembra giunta a conclusione, o almeno si è presa una pausa.