Non ci voleva tutta questa pioggia ad un passo del Natale, proprio nel momento in cui molte popolazioni colpite stavano cercando di ritrovare una parvenza di normalità dopo le disastrose conseguenze dell’alluvione occorso ad inizio novembre. Le nuovi forti piogge, portate dalla circolazione sciroccale, si sono rivelate molto intense nella giornata di ieri, con picchi di 210 mm a Consiglio, che hanno riportato l’incubo alluvione a valle ed in pianura. Va leggermente meglio oggi e, fino a qualche ora fa, i massimi di pioggia provvisori odierni hanno riguardato il bellunese (86,2 mm sul Col Indes) ed il trevigiano (71,4 mm a Follina).
Gli allarmi maggiori sono scattati e permangono su diverse zone del vicentino, del trevigiano e del padovano, con il livello di diversi fiumi (in particolare il Timonchio, il Bacchiglione ed il Muson) al limite della loro portata e grossi timori per le attese nuove piene: una prima ondata del Bacchiglione ha lasciato stavolta indenne Vicenza, ma l’allerta resta marcata e sono pronti i sacchi di sabbia per contenere i danni.
Non solo il problema della pioggia caduta e che localmente continua a cadere, ma anche la fusione del manto nevoso: il rialzo termico eccessivo ha confinato infatti le nevicate sulle Alpi a quote molto elevate favorendo il rapido scioglimento del manto nevoso più in basso, che ha così fortemente alimentato il livello dei fiumi e dei torrenti, peggiorando tutta la situazione.
Lo scirocco è il responsabile di questa forte risalita termica: il vento da sud-est, risalendo lungo l’Adriatico, ha portato l’acqua alta a Venezia, che in nottata ha raggiunto un picco eccezionale di 143 centimetri, battendo così il precedente massimo eccezionale di 136 centimetri che era stato registrato lo scorso 3 dicembre.