Qualche tempo fa vi avevamo mostrato uno splendido documentario sulla dolina Fondi di Campo Manderiolo, in Veneto a poche centinaia di metri dal confine col Trentino, girato da Giampaolo Rizzonelli di Meteotriveneto con Efisio Siddi di Meteo Trentino. In questo documento era stata misurata una differenza pazzesca di 20 gradi in appena 12 metri di dislivello: sono i miracoli delle doline, le quali praticamente sono delle conche carsiche a forma d’imbuto che determinano fortissimi raffreddamenti radiativi, nelle situazioni favorevoli a notevoli inversioni termiche.
Il fatto era avvenuto a fine dicembre, praticamente qualche giorno dopo la misurazione di uno straordinario record di gelo, la cui notizia è stata divulgata solo recentemente. La Siberia d’Italia si trova in un piccolissima zona sulle Pale di San Martino, a 2607 metri d’altitudine, denominata “Busa Fradusta” posta anch’essa al confine fra Veneto e Trentino Alto Adige, dove il 27 dicembre 2010 è stata misurata una temperatura pazzesca di -48,3°C, record italiano assoluto che nemmeno la Capanna Margherita del Monte Rosa ha mai avvicinato.
Si tratta di una zona splendida e totalmente disabitata, dove si creano facilmente quelle condizioni particolari che permettono il ristagno di sacche d’aria gelida sul fondo della dolina. In queste conche vallive le temperature possono subire anche variazioni improvvise e notevoli: basta un cambiamento della circolazione a smuovere l’aria e portare temperature del tutto simili a quelle delle aree limitrofe e della sommità della dolina. Nel febbraio 2008 venne rilevata un’escursione giornaliera di ben 40 gradi in una conca vicentina.
Il Veneto non è dunque nuovo a questi record particolari del periodo invernale: nello stesso mese di dicembre appena trascorso, sempre sull’Altopiano della Pale di San Martino, erano stati misurati picchi di -40/-41 gradi. Non a caso questi microluoghi del grande gelo sono molto seguiti non solo dall’Arpa Veneto, ma anche dai meteovolontari dell’Associazione Meteo Triveneto (in collaborazione con altri enti), tanto che vengono tenuti sotto controllo, con l’apposita strumentazione, ben 46 siti. Non si tratta peraltro di una ricerca del gelo estremo fine a se stessa, ma si provano ad analizzare i meccanismi che portano a queste eclatanti inversioni termiche sul fondo delle doline di tipo carsico.