Siamo reduci da un periodo abbastanza prolungato nel quale il volto della primavera è apparso già orientato verso l’estate, con una fretta eccessiva di effettuare il cosiddetto passaggio di testimone. Non ci riferiamo solamente alle temperature, che soprattutto ad inizio mese hanno subito un’impennata tale da stravolgere tutti i record, ma in particolare al trend siccitoso dovuto ai costanti domini delle alte pressioni. Il trimestre estivo è quasi dietro l’angolo e la mancanza di precipitazioni in questo periodo di piena primavera potrebbe avere effetti molto pesanti, in termini di siccità così come di apporti nevosi ai poveri ghiacciai alpini.
Questa fase secca non riguarda solo le ultime settimane: se volgiamo indietro lo sguardo verso febbraio ci accorgiamo che le precipitazioni erano state molto al di sotto della norma, tutta la seconda parte dell’inverno non ha brillato in tal senso. Inoltre siamo in buona compagnia: molte aree dell’Europa Occidentale, in particolare le Isole Britanniche, risentono di una lunga fase siccitosa senza precedenti.
Ebbene, in questo quadro un po’ desolante, ha fatto comunque eccezione il mese di marzo o perlomeno una parte di esso. L’intensa fase perturbata della prima decade del mese ha infatti portato piogge molto copiose, che sono state sufficienti a superare ampiamente la norma mensile su diverse zone, come ci chiarisce la prima mappa in basso: pochissime aree dove le precipitazioni sono risultate al di sotto delle attese (in primis la Sardegna nord-occidentale rimasta in “ombra pluviometrica”), mentre le maggiori deviazioni dalla norma hanno riguardato parte del Sud, in particolare la Puglia.