La rinascita estiva si è essenzialmente compiuta solo sulle regioni centro-meridionali, mentre non altrettanto si può dire del nostro Settentrione, dove già si fanno pienamente sentire le avvisaglie derivanti dalle infiltrazioni instabili atlantiche. Le sorti meteo del week-end dipenderanno in modo ancor più determinante dalla saccatura britannica, che invierà un ulteriore coriaceo contributo perturbato, annesso ad un mulinello ciclonico secondario nei bassi strati in spostamento dal Golfo di Biscaglia verso i settori centrali europei.
La traslazione della depressione si accompagnerà ad un corposo cedimento dei geopotenziali in quota, facendo assumere una curvatura chiaramente ciclonica al flusso sud/occidentale delle quote superiori in transito sul Settentrione, con immediatamente al seguito l’afflusso ravvicinato di correnti più fredde. Tutti questi fattori insieme contribuiranno ad esaltare il guasto domenicale sul Nord Italia, con un minimo barico che andrà a scavarsi sul Mar Ligure nel corso di domenica. L’aria più fresca che premerà da ovest dovrà fronteggiarsi con le correnti ben più tiepide ed umide in risalita dalle latitudini afromediterranee.
Lo sfondamento perturbato domenicale coinciderà pertanto con questo acuto contrasto termico fra masse d’aria diverse ed inevitabile il sistema frontale acquisirà notevole robustezza, con la linfa caldo-umida nei bassi strati a far da carburante per la costruzione di imponenti ammassi temporaleschi di forte intensità. Entrando nel dettaglio, i maggiori effetti del peggioramento temporalesco interesseranno le zone alpine e prealpine (con moto da ovest verso est), dove l’intensità degli acquazzoni potrebbe contribuire al temporaneo ingrossamento dei corsi d’acqua e dei torrenti: ben poche zone del Nord saranno risparmiate, con riferimento ai settori alpini e prealpini compresi dalle Valle d’Aosta al Friuli, ma anche a buona parte della fascia pianeggiante a nord del Po. Fra le regioni del Nord, quelle più ai margini saranno la Liguria e l’Emilia Romagna.